Ue: Bruxelles non chiede manovra bis a Renzi ma ”accelerare su riforme”

GIU 4, 1393 -

(askanews) – Roma, 2 giu 2014 – La Commissione europea non impone all’Italia di rispettare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2015 ma sollecita il governo Renzi a intensificare il programma delle riforme per favorire la crescita e ridurre l’enorme debito pubblico. Bruxelles non proporra’ alcuna procedura per squilibri eccessivi nei confronti dell’Italia ma nelle raccomandazioni sottolinea la necessita’ che l’Italia intensifichi il programma di riforme presentato. ”La Commissione europea – ha detto il vice presidente Olli Rehn – appoggia fortemente il piano di riforme del governo italiano”. Dunque l’Italia potra’ deviare rispetto ai target del pareggio di bilancio che potra’ slittare al 2016 e da Bruxelles non arriva alcuna sollecitazione all’Italia di definire una manovra correttiva. Rehn lo conferma, anche se in stile politichese, in due passaggi della conferenza stampa sulle raccomandazioni ai paesi europei. ”Se la ripresa economica e’ debole – ha detto Rehn – e’ possibile riconsiderare la posizione dei propri obiettivi di medio termine anche se un rinvio degli obiettivi non metterebe l’Italia in buona posizione rispetto agli impegni presi”. Per l’Italia ”e’ necessario uno sforzo a 360 gradi” ha detto Rehn che alla domanda sul piano del premier Renzi sulle riforme rileva che ”siamo sempre aperti al dialogo”. L’Italia dunque non ha un richiamo dell’esecutivo di Bruxelles a rispettare il pareggio di bilancio gia’ l’anno prossimo. La Commissione esprime una serie di raccomandazioni rigorose al governo di Roma ma riconosce anche i risultati raggiunti sul fronte del riequilibrio dei conti pubblici. ”Occorre dare atto all’Italia di aver fatto uno sforzo nel consolidamento di bilancio – riconosce Rehn – e grazie a questo, alla Bce e alla nuova governance europea si e’ ricreato un clima di fiducia nei confronti dell’Italia”. Tutto cio’ significa che ”l’Italia puo’ ridurre lo sforzo di consolidamento ma e’ rischioso fare affidamento sul clima dei mercati”. L’Italia dunque deve mantenere continuita’ nel riequilibrare i conti pubblici in un clima piu’ favorevole alla crescita. Il governo Renzi quindi dall’esame di Bruxelles non esce con una bocciatura ma neanche con una promozione a pieni voti. La Commissione europea non sembra insensibile all’esito del voto europeo con un diffuso malcontento come ha riconosciuto lo stesso Rehn e il presidente della Commissione, Jose’ Manuel Barroso, presentando le raccomandazioni aveva sottolineato che ”la Commissione non impone nulla. Noi presentiamo delle raccomandazioni al consiglio e sara’ il consiglio a recepirle o meno”. La filosofia della Commissione nella stesura delle raccomandazioni e’ garantire al massimo ogni margine di flessibilita’ per migliorare la ripresa economica che in ”Italia resta debole” e al tempo stesso sollecitare governo e parlamento ad accelerare e intensificare il programma di riforme sul quale l’Italia si e’ impegnata. Su questo punto Rehn e’ stato categorico: ”L’Italia deve intensificare il programma delle riforme”. Al tempo stesso l’Italia deve adottare nuove misure di bilancio ”alla luce dell’emergere di uno scarto rispetto ai requisiti del patto di stabilita’ e crescita, in particolare alla regola della riduzione del debito, stando alle previsioni di primavera 2014 della Commissione”. Bruxelles chiede inoltre per il prossimo anno di ”operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio al fine di garantire il rispetto del requisito di riduzione del debito, per poi assicurare un percorso sufficientemente adeguato di riduzione del debito pubblico” che rappresenta il principale ostacolo alla crescita economica. Oltre a cio’, al nostro paese e’ richiesto di ”portare a compimento l’ambizioso piano di privatizzazioni; attuare un aggiustamento di bilancio favorevole alla crescita basato sui significativi risparmi annunciati che provengono da un miglioramento duraturo dell’efficienza e della qualita’ della spesa pubblica a tutti i livelli di governo, preservando la spesa atta a promuovere la crescita, ossia la spesa in ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e progetti di infrastrutture essenziali”. Infine, la Commissione europea chiede al nostro paese di ”garantire l’indipendenza e la piena operabilita’ dell’Ufficio parlamentare di bilancio il prima possibile ed entro settembre 2014, in tempo per la valutazione del documento programmatico di bilancio 2015”. Le raccomandazioni di Bruxelles inoltre indicano la necessita’ per l’Italia di spostare sempre di piu’ la tassazione dal lavoro ai consumi. Per la Commissione UE occorre ”trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio; a tal fine, valutare l’efficacia della recente riduzione del cuneo fiscale assicurandone il finanziamento per il 2015, riesaminare la portata delle agevolazioni fiscali dirette e allargare la base imponibile, soprattutto sui consumi; vagliare l’adeguamento delle accise sul diesel a quelle sulla benzina e la loro indicizzazione legata all’inflazione, eliminando le sovvenzioni dannose per l’ambiente”. In piu’, per Bruxelles bisogna ”attuare la legge delega di riforma fiscale entro marzo 2015, in particolare approvando i decreti che riformano il sistema catastale onde garantire l’efficacia della riforma sulla tassazione dei beni immobili; sviluppare ulteriormente il rispetto degli obblighi tributari, rafforzando la prevedibilita’ del fisco, semplificando le procedure, migliorando il recupero dei debiti fiscali e modernizzando l’amministrazione fiscale; perseverare nella lotta all’evasione fiscale e adottare misure aggiuntive per contrastare l’economia sommersa e il lavoro irregolare”. Altra raccomazione e’ rafforzare il sistema bancario. Per Bruxelles, l’Italia deve ”rafforzare la resilienza del settore bancario, garantendone la capacita’ di gestire e liquidare le attivita’ deteriorate per rinvigorire l’erogazione di prestiti all’economia reale; promuovere l’accesso delle imprese, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, ai finanziamenti non bancari; continuare a promuovere e monitorare pratiche efficienti di governo societario in tutto il settore bancario, con particolare attenzione alle grandi banche cooperative (banche popolari) e alle fondazioni, al fine di migliorare l’efficacia dell’intermediazione finanziaria”. Infine l’Italia deve utilizzare meglio i fondi europei con un’azione risoluta di miglioramento della capacita’ di amministrazione, della trasparenza, della valutazione e del controllo di qualita’ a livello regionale, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno”. ”La Commissione UE apprezza le riforme italiane. Debito alto, lo sapevamo: acceleriamo riforme e privatizzazioni per ridurlo in modo sostenibile”. Lo afferma il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, commentando su twitter le Raccomandazione della Commissione europea al nostro paese. did/