Visco: bene 80 euro ma ridurre cuneo. Pronte misure per credito (punto)

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(askanews) – Roma, 30 mag 2014 – Bene gli 80 euro in busta pagaper i redditi piu’ bassi ma ora servono le riformestrutturali in un ‘quadro’ organico e ‘visibile’. La viadella ripresa infatti ”non sara’ facile’ e neppure ‘breve’,e le politiche di ‘ampio respiro’ vanno inserite in undisegno ‘coerente’. Il Governatore ha ricordato il tema caldodei debiti della Pa verso le imprese, mancano da restituireancora 75 miliardi, lo scorso anno erano 90 miliardi. Unritardo accumulato negli anni che, insieme all’avversione alrischio, pesa sull’offerta di credito all’economiaprosciugando la liquidita’ delle imprese.

Non a caso il Governatore ha annunciato nelle prossimesettimane misure pee rilanciare il credito alle piccole emedie imprese, nel mirino una ripresa del mercato dellecartolarizzazioni che diminuisce l’assorbimento di capitalesulle banche favorendo l’offerta di credito. Dal lato dei conti pubblici, anche anche se ‘risultatiimportanti’ sono stati conseguiti, e’ necessaria coerenzanell’azione di aggiustamento: la riduzione del rapporto tradebito e prodotto resta la ‘sfida ineludibile’ per il nostropaese: ”siamo vicini al pareggio di bilancio”.

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco fa unappello alla coerenza al governo, al quale nello stesso temporiconosce l’efficacia delle misure intraprese sul frontedegli sgravi fiscali, anche se – aggiunge – la riduzione delcuneo fiscale va proseguita. Nella sua Relazione,all’assemblea dei partecipanti, meglio nota nella formula’Considerazioni Finali’, Visco quest’anno si e’ soffermato inparticolar modo sugli aspetti che riguardano propriol’istituzione Bankitalia ‘aperta al cambiamento’, ed haspiegato che il valore fissato a 7,5 miliardi di euro dellequote di Via Nazionale contro i 300 milioni di liredeterminati nel 1936 e’ coerente. Nelle 23 pagine lette nel corso dell’assemblea ad unparterre di banchieri, imprenditori, esponenti del mondo dellavoro e del sindacato, accademici, Visco si e’ soffermatosui temi della crescita e degli investimenti, in una visione’europea’ che chiama all’opera una ‘politica economica comuneper i paesi dell’unione e ha avvertito che la ripresa sara’lenta, la recessione e’ finita, ma adesso servono gliinvestimenti sia privati che pubblici. Solo cosi’ sara’possibile rimettere in moto l’occupazione che ha segnato laperdita di piu’ di mille posti di lavoro. Le imprese infattisono vulnerabili a causa di troppi debiti e poco patrimonio.

Con quasi 1.300 miliardi di debiti finanziari e 1.600 dipatrimonio netto, il complesso delle aziende italiane ha unaleva del 44 per cento; il credito bancario rappresenta il 64per cento dei debiti complessivi. Per l’area dell’euro questegrandezze sono decisamente piu’ basse, in media pari al 39 eal 46 per cento”. Sul fronte bancario Visco ha rilevato chele banche devono ulteriormente abbassare i costi e migliorareil patrimonio. Tuttavia ha riconosciuto che il patrimonio diprima qualita’ e’ salito’ al 10,5% nel 2013.

Durante la recessione ”Il sostegno dello Stato italiano e’stato di entita’ molto contenuta, ha detto ancora riferendosial sistema del credito; ha raggiunto 4,8 miliardi nel primotrimestre del 2013 (lo 0,3 per cento del pil), valore di granlunga inferiore a quelli osservati nella maggior parte deglialtri paesi europei; verra’ azzerato con la restituzione delprestito concesso dallo Stato al Monte dei Paschi di Siena,gia’ autorizzata per 3 miliardi dalla Banca d’Italia. Nelcomplesso, il supporto pubblico alle banche ha generatocospicui guadagni netti per lo Stato”. Infine, ilgovernatore ha messo in guardia il governo dai rischi dideflazione, per questo e’ necessario intervenire persostenere i redditi delle famiglie e l’occupazione che potra’derivare in primo luogo dalla crescita. Grande attenzione ai temi della Vigilanza unica, delrientro delle tensioni sullo spread, anche se, osserva Visco,i mercati sono sensibili: Infine, bacchettate alle banche ealla ‘mala gestio’: bisogna rafforzare la governance, masoprattutto Visco chiede ”il potere di rimuovere gliamministratori di una banca dal loro incarico, previsto dallaproprosta di recepimento della direttiva europea suirequisiti di capitale”. Sono 45 i casi in cui sono emersiirregolarita’ di possibile rilievo penale. Il caso piu’recente quello della Banca Carige.

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