Europee: Nomisma, risultati conseguenza grave crisi economica

GEN 5, 1391 -

(askanews) – Roma, 26 mag 2014 – ”L’avanzata e, in paesideterminanti come Francia e Regno Unito, il largo successodelle forze euroscettiche e nazionalistiche non sono daconsiderare un fatto esogeno, ma la conseguenza della gravecrisi economica, dell’ampia disoccupazione e delle politicheperseguite per affrontarla”. Lo dichiara Sergio De Nardiscapo economista di Nomisma.

”Quali implicazioni per l’Europa del futuro? A parte laquestione della scelta del Presidente della Commissione chepotra’ essere frutto dell’alleanza dei grandi gruppitradizionali europei, usciti tutti ridimensionati, sono due iveri problemi rispetto ai quali, qualunque sia ilCommissario, si deve valutare il risultato elettorale: il”che fare” nell’immediato, il ”che fare” nellaprospettiva di lungo periodo.

Partiamo dalla prospettiva di lungo periodo. L’Europa peravere un futuro deve muoversi verso l’unione politica efiscale, secondo un’architettura di tipo federale, con unvero bilancio europeo finanziato anche con emissione dititoli di debito comune: questa e’ l’unica strada di tipocooperativo che puo’ conciliare l’integrazione con lasalvaguardia del processo democratico. Questa prospettiva,gia’ difficile fino a ieri, e’ resa piu’ lontana, se noninteramente compromessa, dall’avanzata degli euroscettici.

Potra’ il progetto di integrazione europea sopravvivere senzatale prospettiva? Molto dipende da cosa si fara’nell’immediato.

Il ”che fare” nella fase che si apre sin dalle prossimesettimane ha una rilevanza strategica. Occorre modificare ilframework sbagliato delle politiche macroeconomiche,orientarle alla rivitalizzazione della domanda aggregata peruscire dalla stagnazione e combattere la disoccupazione. Sidevono disegnare i tempi del risanamento finanziario deipaesi periferici in funzione del rafforzamento della ripresae non viceversa, come si prospetta attualmente. Occorre chetutte le economie, anche quelle in surplus, contribuiscano alriequilibrio europeo. Ritrovare la strada della crescitaeconomica, attraverso politiche anti-cicliche appropriate ecoordinate tra i paesi membri, appare come l’unicapossibilita’ per contrastare le tendenze alla disgregazione.

Solo con la crescita e il perseguimento della pienaoccupazione si possono ritrovare giustificazioni valide ecomprensibili per tutti alla prospettiva di unione europeapolitica e fiscale.

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