Cambi: BCE immobile ed euro giu’ dopo parole Draghi (analisi Fxcm)

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(ASCA-FXCM) – Roma, 9 mag 2014 – Come atteso il protagonistadella giornata di ieri sui mercati finanziari e’ stato l’euroin grado di mantenersi sostenuto durante la mattina dicontrattazione e di mettere a segno nuovi massimi (contro ildollaro americano) per poi scendere in maniera copiosadurante la Conferenza Stampa che Mario Draghi ha tenuto aBruxelles per comunicare le decisioni intraprese dal GovernorCouncil della Banca Centrale Europea Draghi ed il tasso dicambio.

La premessa da compiere e’ quella relativa al fatto che ilcorridoio dei tassi e’ rimasto invariato; 0,0%, 0,25% e0,75%. Ed era piuttosto prevedibile. Il prossimo mesel’istituto di Francoforte pubblichera’ delle proiezioni sullostato dell’economia dell’Eurozona e, come ha proferito ieri,se queste ultime dovessero rivelarsi ancora deludenti, la BCEagira’ visto che questa volta non ci si e’ nascosti su quellache e’ una certa insofferenza per l’andamento dell’inflazionesebbene l’ultimo rialzo (dallo 0,5% allo 0,7%) sia stato inqualche modo enfatizzato come fatto positivo. Le aspettativedi inflazione peraltro permangono fortemente ancorate alribasso e lo stesso Draghi ha evidenziato come il calo di unpunto e mezzo percentuale nell’arco di un anno siaconsiderevole, sebbene legato per l’80% al calo dei prezzidell’energia e dell’alimentare (e al crollo dei consumi,no?). Ad ogni modo i riferimenti piu’ importanti e gli spuntipiu’ interessanti che sono provenuti dalla Press Conferencedi ieri sono stati quelli sul tasso di cambio: lungidall’introdurre il tema nello statement accompagnatorio,Draghi non ha potuto sottrarsi alle prevedibili egiustificate domande dei giornalisti circa il tasso di cambioche vede un euro troppo forte. Precisando naturalmente che lostesso tasso di cambio non e’ un ”policy target” per laBanca Centrale Europea, ha pero’ affermato, e piu’ di unavolta, che e’ seria la preoccupazione circa l’andamento delcambio per gli effetti che ha sui prezzi e sull’andamentodell’economia; e’ proprio l’eccessiva forza dell’euro aspiegare, anche se in misura minoritaria, il calogeneralizzato dei prezzi che potrebbe dunque acuirsi inseguito ad un rallentamento della domanda globale legataproprio al cambio oltre che alle tensioni geopolitiche che sivivono in Ucraina. Su quest’ultimo punto, Draghi ha riferitocome un peggioramento dell’attivita’ economica in Russia, acausa anche dell’escalation di sanzioni internazionali,potrebbe portare dunque a ripercussioni sul fronte delladomanda di quei paesi europei con i piu’ consolidati rapporticommerciali con la Russia, oltre che ad un aumento di quellematerie prime importate proprio dall’est come il gas, chequindi inciderebbe sulla struttura dei consumi degli stessipaesi diminuendone ancora le cruciali aspettativesull’inflazione. Dunque l’euro.

Nell’ambito della retorica del mandato dietro il quale Draghisi trincera puntualmente quando c’e’ da parlare di tasso dicambio ed euro – come se quest’ultimo non fosse l’elementocentrale dell’esistenza dell’Eurozona, unita sulla moneta madisunita su tutto il resto – il banchiere centrale ha inquale modo lasciato intendere che il problema euro e’ tenutoin considerazione, eccome. Egli sa benissimo che un eurotroppo forte sta gia’ avendo e potra’ avere ulterioriripercussioni sullo stesso mantra della BCE, e cioe’sull’inflazione. Non andiamo distanti dalla realta’ secrediamo che l’inflazione bassa, o processo di disinflazione,o deflazione parziale (visti alcuni paesi), non si spieghiesattamente con un rapporto 80 e 20 attribuitirispettivamente al calo dei prezzi delle materie prime edell’alimentare e alla forza del tasso di cambio. Sebanalmente guardiamo il prezzo del petrolio, prendendolo comebenchmark, e ne osserviamo l’andamento dell’ultimo anno, nonravvisiamo questo famoso calo ieri piu’ volte ribadito. Senel contempo apriamo un grafico dell’eurodollaro e neanalizziamo sommariamente la tendenza, dopo un secondo cirendiamo conto che e’ da oltre due anni che quest’ultimo saleininterrottamente. Dissentiamo, e non poco, da Mario Draghi,il quale pero’ e’ sembrato in qualche modo motivato ad agireper evitare che l’euro giochi il ruolo da gigante che finoraha interpretato, ma che non e’ nelle condizioni di farlo. Ilmovimento visto ieri sull’eurodollaro e’ stato tecnico nelsuo sviluppo, nel momento in cui gli acquisti hanno raggiuntoquasi l’1,40 e hanno di fatto soddisfatto la restante domanda(oltre che colpito gli stop dei ribassisti di prima istanza epoi quelli dei rialzisti), per poi farci vedere unoschiacciante dominio dell’offerta ed il conseguente calo dioltre una figura fino ad area 1,3850. Ma puo’ essere statosignificativo in ottica di apristrada verso futuri edimportanti ribassi nel momento in cui il mercato percepissedavvero che la questione euro e’ discussa nei salotti diFrancoforte e che quindi le prossime decisioni impatterannoper deprimerne il valore. Bank of England e dati odierni.

Per dovere di cronaca, va detto che la Bank of England haieri confermato il tasso di riferimento allo 0,5% e ilQuantitative Easing totale a 375 miliardi di sterline. Cio’era naturalmente piu’ che scontato dal mercato con lasterlina che non ha mostrato alcun segno di volatilita’, chepotrebbe pero’ tornare in auge oggi con la pubblicazione deidati sulla Produzione Manifatturiera ed Industriale del RegnoUnito. Il quadro tecnico del cable appare ideale per potentiripartenze verso e sopra i massimi se le release dovesseroandare in questo senso. L’altro focus della giornata e’invece da porre sul Canada e sulla pubblicazione dei dati sullavoro nel paese. Anche in questo caso il cambio UsdCad, cheieri ha fatto vedere importanti breakout ribassisti, si trovasu punti di minimo delicati con dei possibili e tecniciapprofondimenti verso l’area di 1,0750 se i dati dovesseropremiare il dollaro canadese.

EurUsd. Come dunque accennato nella prima parte, ilmovimento dell’eurodollaro ha messo in evidenza una dinamicadi scaricamento della domanda residua sul cambio, conconseguente presa di stop dei ribassisti di prima istanza epoi un’ondata di offerta che ha poi si e’ alimentata deglistop dei rialzisti e di chi ha incominciato a vendere inmaniera importante, pur in maniera tecnica se si osservano isupporti statici che hanno ceduto; 1,3930, 1,3905, 1,3885,1,3865. Il segnale fornito e’ stato piuttosto forte in sensoribassista e ora, l’ulteriore rottura sotto 1,3850, puo’portare ad estensioni verso area 1,3810 che precede soloquella a 1,3775/90 che e’ stata lo snodo cruciale nel piu’recente passato del cambio. L’ottica di correzione eripartenza down e’ dunque quella piu’ verosimile edinvalidabile se gli acquisti dovessero riportare il cambiosopra 3850 e 3865, verso quelli che erano i supportiprecedenti. UsdJpy. Continua la sostanziale calma piatta sul cambio edassenza di spunti direzionali. Il movimento tecnico cheosservavamo ieri, con la buona divergenza regolare rialzistatra prezzo ed oscillatore stocastico che si e’ sviluppata alsuo primo stage, andando cioe’ ad arrestarsi sulla confluenzagrafica rappresentata dal livello statico e dalla mediamobile a 21 periodi in area 102, ha trovato poi conferme nelmomento in cui il prezzo e’ andato a riprendere i minimi a101,45. Possibili dunque nuovi test ora di area 101,70 perripartenze discesiste anche in rottura dei minimi verso101,30 e 101,20. Piu’ difficile invece ricercare un buonrapporto rischio/rendimento al rialzo nel momento in cui iveri strappi si avrebbero sopra 102. Se l’area dei minimidovesse tenere, allora solo li’ potremmo pensare a nuoviacquisti.

EurJpy. Il difetto di direzionalita’ per il cross, sempreattraversato da movimenti contrari e non sincronizzati tra idue cambi originali, ha in qualche modo trovato risoluzionenelle copiose vendite di euro viste ieri. Qui il movimento alribasso ha portato ad escursioni di quasi 200 pips, inrottura dei vari supporti, come quello importantissimo a141.

Il livello di supporto a 140,10/25 sembra percio’ poteressere attrattivo per il prezzo, prima di possibili dinamichedi ritracciamento verso 140,55 e 141. Se l’affondo nondovesse invece essere cosi’ importante, sopra 140,85 e ancormeglio sopra 141 sono implementabili dei long in direzione141,40.

GbpUsd. Correzione in atto ed ancora presente sul cableche, esattamente come ieri, ci mostra un’importante area disupporto a 1,6930 che ancora sembra fornirci buone confermein senso di ripartenza rialzista. Appare cruciale il tempoper ripartenze up verso 1,6970 ed 1,70 e le release delle10.30 potrebbero dunque favorire tale scenario. Ritorni sotto1,6930 girerebbero il quadro di breve, nel momento in cuipotremmo riguardare in vendita l’1,69 e l’1,6860. AudUsd. Ribadiamo come sempre la figura di riferimentorappresentata dal preciso canale rialzista dai minimi digennaio, attraversato dal canale ribassista invece iniziatoil 10 aprile. Le rotture al rialzo di 0,9315 sono stateprecise lo scorso martedi’ cosi’ come i pullback vistimercoledi’ proprio in quell’area e le potenti ripartenze diieri che sono ben arrivate al target di 0,9385 chedescrivevamo. Come altrettanto auspicato, il via poi allevendite sulla divergenza regolare ribassista del grafico a 4ore che pero’ potrebbe arrestarsi a 0,9340 per permettererisalite verso nuovi massimi a 0,9425. Operazioni shortinvece possono essere contemplate sotto 9340 verso 9315 ma inmaniera veloce, o piu’ significativa sotto quest’ultimolivello verso 0,9250.

Ger30 (Dax). Continua il su e’ giu’ dell’indice tedescoche pero’ continua a fornirci grande precisione nei livellitecnici. Perfetto infatti il rimbalzo a 9.490 e lasuccessiva rottura con pullback di 9.555 verso il target di9.620 e poi le nuove vendite arrestatesi proprio a 9.555. Daqui potrebbero ripartire gli acquisti ancora una volta verso9.620 punti, salvo poi potersi nuovamente riscaricare verso isupporti. Cedimento sotto 9.555 potrebbero dunque portarci anuove vendite con il consueto target.

XauUsd (Oro). Dopo il violento il ribasso dell’oro chedopo aver fallito rotture rialziste sopra 1.316, ha poiviolato al ribasso area 1.307 e che tecnicamente ha ripreso ilivelli di 1.301, 1.296 fino ad area 1.286, siamo dunqueentrati in lateralita’ proprio tra quest’ultimo livello e il1.292.

Possibili gli acquisti subito sopra verso 1.296 che apparepero’ un livello di maggiore conferma per comprare verso1.302. Sotto 1.286 sensate le vendite anche in modalita’ stopentry.

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red/cam/alf