Ue: nel 2012 le Pmi hanno perso 610 mila posti lavoro

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(askanews) – Roma, 26 nov – Nel contesto di una crisicaratterizzata da una profondita’ e da una complessita’ senzaprecedenti, la svolta che le PMI dell’UE sono state capaci dicompiere e’ una notevole dimostrazione della resilienza chele contraddistingue. Nel solo 2012 le PMI hanno sofferto laperdita di circa 610.000 posti di lavoro, equivalente a uncalo dell’occupazione pari allo 0,7% rispetto al 2011.

Inoltre, il contributo delle PMI al PIL e’ diminuitodell’1,3%, passando da 3.440 miliardi di euro nel 2011 a3.390 miliardi di euro nel 2012. Un’ulteriore conseguenza della crisi e’ la marcatadisuguaglianza tra gli Stati membri nella ripartizione dellaperdita di posti di lavoro e di valore aggiunto. Circa lameta’ dei 27 Stati membri dell’UE ha creato nuovi posti dilavoro, aggiungendo circa 0,5 milioni di posti di lavoronetti all’occupazione nei rispettivi settori. Il calodell’occupazione nelle PMI si concentra principalmente negliStati membri piu’ vulnerabili ancora soggetti alla crisi deldebito sovrano. Tuttavia, anche nel caso di tali Statimembri, il calo e’ rallentato significativamente, il cheindica che le piccole imprese stanno riprendendo quota dopoaver toccato il fondo. All’inizio della crisi, nel periodo tra il 2008 e il 2011,le PMI europee si sono dimostrate notevolmente piu’resilienti rispetto alle grandi imprese. Tuttavia, quando lacrisi si e’ inasprita, le PMI si sono risollevate piu’lentamente rispetto alle grandi imprese. La differenza tra laperformance di PMI e grandi imprese nell’intero periodo dellacrisi rispecchia la debolezza della domanda interna, cherappresenta un fattore essenziale per le PMI, mentre legrandi imprese hanno ottenuto migliori risultati grazie alleesportazioni.

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