Consob: aumentano societa’ controllate con meno del 50% (1 update)

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(askanews) – Roma, 18 nov – Aumentano le societa’ quotate inborsa nelle quali la quota di controllo e’ inferiore al 50%.

E’ quanto emerge dal rapporto della Consob sulle governance.

Tuttavia la struttura proprietaria delle imprese quotateconferma ”le tradizionali caratteristiche del mercatoitaliano in termini di concentrazione proprietaria e dilimitata contendibilita’ del controllo”. In anni recenti pero’ ”si e’ assistito a una progressivadiluizione degli azionisti di maggioranza a favore di formedi controllo piu’ deboli o di tipo coalizionale”. Inparticolare, mentre nel 1998 le societa’ controllate didiritto erano il 56 per cento del totale (31,2 per cento intermini di capitalizzazione), nel 2013 esse rappresentano il49 per cento dell’insieme delle societa’ quotate (24,8 percento in termini di capitalizzazione). Al contrario, lapercentuale delle societa’ controllate con partecipazioniinferiori al 50 per cento del capitale o attraverso pattiparasociali e’ passata dal 28 al 36 per cento (dal 30 al 53per cento circa in termini di valore di mercato). Il rapporto Consob inoltre mette in risalto anche un altrocambiamento nella governance delle societa’ quotate.

”L’utilizzo di meccanismi di separazione tra proprieta’ econtrollo come piramidi e azioni senza diritto di voto si e’ridotto sensibilmente dal 1998 al 2012, anche in reazionealla pressione del mercato”. Oggi tale fenomeno riguarda soltanto un quinto dellesocieta’ quotate (34,7 per cento della capitalizzazione),nelle quali in media i diritti di voto superano i diritti aiflussi di cassa di circa il 19 per cento. La pressione delmercato e’ dovuta principalmente alla presenza di investitoriistituzionali nell’assetto proprietario delle societa’quotate, rimasta piuttosto stabile durante la crisi. Inparticolare, dal 2009 ad oggi il numero di societa’ in cui e’presente almeno un investitore istituzionale rilevante e’ inmedia di poco superiore a 90 e la quota di partecipazionemedia e’ pari a circa il 7 per cento. A questo riguardo, undato interessante giunge dall’analisi delle quote detenute dainvestitori istituzionali con una strategia di portafogliopiu’ attiva (in particolare, fondi di venture capital eprivate equity e fondi sovrani), che mostrano un ruolocrescente nel mercato italiano.

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