Fisco: Cisl, due terzi dei milanesi esenti da addizionale Irpef

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(askanews) – Roma, 12 nov – Nel 2012 dieci capoluoghi diprovincia hanno deliberato l’aliquota Irpef al livellomassimo stabilito dalla legge (0,8%) con l’eccezione di Romache sconta un livello di aliquota superiore a quello massimo(0,9%), e cinque di queste hanno anche fissato una fasciaesente. Complessivamente lo scorso anno sono stati dodici icapoluoghi che hanno adottato la fascia esente. Tra questi,Trieste ha introdotto la fascia esente piu’ bassa (7.500euro), mentre Milano ha stabilito quella piu’ elevata (33.500euro). In questo modo circa due terzi dei cittadini milanesisono esenti dal pagamento dell’addizionale (circa 500 mila su734 mila contribuenti). Quattro capoluoghi (Milano, Venezia,Napoli e Cagliari) hanno una scala di aliquote progressiva.

Dei sei capoluoghi con aliquota inferiore al massimo nel2012, tre si trovano in regioni a statuto speciale o provinceautonome. Bolzano e Firenze hanno l’aliquota piu’ bassa, conlo 0,2%.

Lo rileva un’indagine Cisl sui dati relativi alledichiarazioni dei redditi dei lavoratori dipendenti e deipensionati del 2012 che si sono rivolti ai centri diassistenza fiscale della confederazione nel 2013. Secondo i dati pubblicati sul sito del Dipartimento delleFinanze, su 20 capoluoghi di provincia, sette hannodeliberato l’aliquota dell’addizionale per il 2013; quattrohanno stabilito l’aliquota al livello massimo e di questi,tre hanno fissato contemporaneamente la fascia esente. Milano ha stabilito una tassazione progressiva con una scaladi aliquote.

ADDIZIONALE COMUNALE, 13 ANNI DI ALIQUOTE IN CRESCITA.

L’addizionale comunale e’ stata istituita nel 2001 e nelcorso di questi tredici anni ha registrato una crescitacontinua sia delle aliquote nei singoli comuni, che digettito a livello aggregato. Considerando i dati di gettitocomplessivo degli ultimi otto anni, si osserva che gliincassi dell’addizionale comunale siano piu’ che raddoppiatipassando da 1,55 miliardi di euro del 2005 ai 3,23 miliardidel 2012. Contemporaneamente l’addizionale regionale e’passata dai 6,43 miliardi di euro del 2005 ai 10,7 miliardidel 2012 (+66%). Nei venti capoluoghi presi inconsiderazione, solo Aosta e Bolzano hanno mantenutoinvariata nel corso degli anni l’aliquota ad un livellocontenuto (rispettivamente 0,3% e 0,2%), mentre tutti glialtri hanno rivisto l’addizionale comunale al rialzo anche secon dinamiche differenti. Inoltre, alcuni comuni hannoposticipato l’adozione dell’addizionale successivamente al2001 e negli anni 2008-2011 era stata sospesa la facolta’ deiComuni di aumentare le aliquote.

Milano e’ il capoluogo che piu’ recentemente ha adottatol’addizionale comunale fissando una fascia esente moltoelevata, mentre Firenze e’ l’unico dei venti capoluoghi cheha ridotto l’aliquota dell’addizionale.

ADDIZIONALE REGIONALE. Al prelievo per l’addizionalecomunale si somma quello relativo all’addizionale regionale,determinando un carico fiscale complessivo rilevante. Anchel’addizionale regionale, negli anni, ha avuto un andamentocrescente (nel Lazio, per esempio, si e’ passati dallo 0,5%del 1998 all’attuale 1,73% piu’ che triplicando l’imposizionelocale regionale). Nel 2012 erano due le regioni conl’aliquota al 2,03% (Campania e Molise), la Toscana ed ilFriuli avevano l’aliquota all’1,23% e sono passaterispettivamente ad una progressivita’ per scaglioni e perclassi; il Piemonte aveva adottato una progressivita’ perclassi ed e’ passata agli scaglioni. Nel 2013 cinque regionihanno fissato l’aliquota al livello base dell’1,23%, treregioni all’1,73% e tre al 2,03% (sono le regioni interessatedal piano di rientro dal deficit sanitario); quattro regioniapplicano la progressivita’ per classi e cinque perscaglioni.

A titolo di esempio, consideriamo l’incidenza sul redditodella somma dell’addizionale comunale e regionale a Roma eCatanzaro. Roma, infatti, ha un livello dell’aliquotasuperiore al livello massimo dello 0,8% e Catanzaro sconta illivello massimo di addizionale comunale e regionale coneffetti rilevanti sul reddito.

red/rf