Piemonte/Bankitalia: la disoccupazione giovanile allunga il passo

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(askanews) – Torino, 11 nov – La disoccupazione giovanile e’cresciuta in Piemonte piu’ della media nazionale. E’ quantosi rileva dall’indagine congiunturale di Bankitalia, relativaal primo semestre 2013 del Piemonte, secondo cui il fenomenoha toccato nella regione il 39%, avvicinandosi a un solopunto dalla media del Paese. Nel 2012, pur in una situazionepreoccupante, il distacco era piu’ consistente: i giovanisenza lavoro in Piemonte erano il 31,9%, sette punti in meno,mentre in Italia erano il 35,3%. L’analisi della Banca d’Italia illustrata oggi daldirettore della sede di Torino, Luigi Capra, e dal teamdell’ufficio studi Roberto Cullino, Luciana Aimone Gigio eCristina Fabrizi, conferma pero’ un graduale miglioramento,pur in presenza di un’incertezza molto elevata. ”Ci sono segnali deboli e variegati – commenta Capra – maqualcosa si sta muovendo, potrebbe esserci una ripresa inatto, ma non siamo in grado di definirne entita’ eportata”.

Per la prima volta dopo diverso tempo c’e’ un ottimsmoprevalente per quanto riguarda gli ordini e ancora piu’marcato per gli ordini esteri, e una aspettativa di crescitadella produzione. Non e’ una previsione omogenea, avverteBankitalia, e soprattutto e’ in diretta corrispondenza con ilgrado di internazionalizzazione delle imprese. Del restoanche se la produzione e’ ulteriormente calata, l’export nelsemestre e’ cresciuto del 2,1% piu’ che nella media del Nordovest e dell’Italia, e’ piu’ marcatamente nei paesi Extra Ue,circa il 10%, ma nel secondo trimestre rialzano la testaanche le vendite in Europa. Per la prima volta entranell’analisi dei dati, e in modo sensibile, l’apporto dellostabilimento Maserati di Grugliasco, che, conquistando inparticolare il favore dei mercati cinese, giapponese estatunitense, contribuisce a un aumento dell’export diautoveicoli di quasi il 30%. E dal punto di vistadimensionale se le Pmi non prevedono una ripresa degliinvestimenti, quelle piu’ grandi, oltre i 50 dipendenti,indicano invece un aumento nel 2014. In crisi piu’ profondail settore delle costruzioni, -9,7% le compravendite, -3,4% iprezzi, mentre il commercio sconta ancora la debolezza deiconsumi. Tornando all’occupazione, nel complesso e’ calatadel 3,2%, anche in questo caso come per la fascia giovanile,con una performance peggiore della media, italiana (-2,2%) edel Nord Ovest (-0,8%).

Il tasso di disoccupazione e’ salito al 10,9%. Tra i datimeno negativi, una diminuzione della cig, e una ripresa,molto limitata, pari a circa il 2%, delle assunzioninell’industria, in gran parte con contratti temporanei, e avolte di pochi giorni, a dimostrazione di segnali di recuperoancora molto timidi. Dal punto di vista del credito infine,aumenta la raccolta dalle famiglie (+2,7%) e i tassi sonolievemente scesi – al 4% sul medio lungo termine e al 6,1%sul breve- ma l’offerta resta rigida, in relazioneall’aumento della rischiosita’ dei crediti, le cui sofferenzesono cresciute del 4% (quattro volte il livello del 2007)con punte del doppio nelle costruzioni. Cala comunque laquota delle imprese che denunciano un peggioramento nelleloro condizioni di indebitamento (costi accessori e tassi diinteresse): dopo un 27% registrato a fine 2012, nel primosemestre 2013 l’inasprimento ha riguardato il 25% delleimprese e a fine anno dovrebbe scendere ulteriormente al22%.

eg/mau