Crisi: Acri, per 65% italiani meno bar, ristoranti, viaggi e vacanze

GIU 4, 1330 -

(askanews) – Roma, 29 ott – Il 65% degli italiani taglia iconsumi su bar, ristoranti, e il 60% sui viaggi e le vacanze.

E’ questo il quadro tracciato dall’Acri che in collaborazionecon l’Ipsos ha realizzato il report ‘gli Italiani e ilRisparmio’ in occasione della celebrazione della 89esimaGiornata Mondiale del Risparmio che si svolge domani aPalazzo della Cancelleria.

Per le famiglie italiane – si legge – la ridefinizione deiconsumi e’ ormai strutturale. Il periodo pre-crisi e’considerato lontano e ora una razionalizzazione delle spesee’ divenuta sistematica, sia tra le famiglie colpite dallacrisi sia tra quelle che non hanno sperimentato particolariproblemi: consumare piu’ del necessario non e’ piu’ unelemento per distinguersi in megloi, anzi! Si riducono quindigli acquisti d’impulso (emblematico il caso di giochi elotterie); si contraggono le scorte; le spese voluttuarie siconcentrano in pochi momenti dell’anno. Come gia’ intravistonelle passate edizioni dell’indagine, questo nuovo paradigmadi consumo sembra ora dominare ogni categoria merceologica ede’ trasversale rispetto alle classi sociali. Il consumatoree’ oggi piu’ selettivo, si informa maggiormente, evita gliacquisti avventati. I primi anni di crisi hanno visto la pesante riduzione deirisparmi e degli investimenti, ora l’elemento che sicuramenteviene piu’ colpito sono i consumi, come evidenziano anche idati inflattivi spesso al di sotto delle aspettative e i datisulla contrazione del potere d’acquisto. Quasi tutti isettori sono colpiti in modo ampio, sia perche’ continua adaumentare il numero di coloro che riducono le spese, siaperche’ pochissimi consumatori sono disposti a incrementare iloro consumi. I settori dove i tagli dei consumi sono stati maggioriappartengono (come nel passato) soprattutto al fuori-casa.

Infatti, il 65% per cento degli Italiani dichiara di averridotto la propria frequenza nei ristoranti, bar e pizzerienegli ultimi 2-3 anni, solo il 4% dichiara di averlaincrementata e il 31% di averla costante: il saldo negativotra chi ha incrementato e chi ha ridotto e’ di 61 puntipercentuali; l’anno scorso era -57.

sono stati ridotti negli ultimi anni dal 60% degli Italiani,contro il 5% che li ha incrementati (il 35% ha tenutocostanti i consumi di viaggi e vacanze); il saldo negativo e’del 55%, in peggioramento rispetto al 53% del 2012.

Anche cinema, teatro registrano una contrazione presso il57% degli italiani e solo il 4% ne ha incrementato lafruizione (il 39% e’ stabile). Il saldo e’ negativo del 53%(era -56% un anno fa).

A queste tipologie di consumo va affiancata anche quellarelativa a vestiario, abbigliamento e accessori, che registrauna riduzione presso il 54% degli Italiani, un incrementopresso il 7%, mentre il 39% dichiara di non aver modificatoil proprio consumo. Cio’ genera un saldo negativo del 47%,sempre drammatico ma inferiore a quello del 2012, che eranegativo di 51 punti percentuali. L’abbigliamento era statomeno colpito nei primi anni di crisi, ora e’ uno dei settorinei quali il maggior numero di Italiani ipotizza di fare deirisparmi.

Ci sono poi degli ambiti ove, pur essendo la maggior partedei consumatori stabili, nel senso che i consumi non sonostati ne’ ridotti ne’ incrementati, il saldo tra coloro cheli hanno ridotti rispetto a quelli che li hanno incrementatie’ fortemente negativo. In particolare registriamo un saldonegativo di 30 punti percentuali nella cura della persona,capelli e bellezza (era -31% nel 2012), di -31 nei giochi enelle lotterie (era -35% nel 2012), di -26 punti nel settoredei libri, giornali e riviste, di -20 nell’elettronica edelettrodomestici.

Infine si registrano dei settori che, pur avendo subito uncalo rispetto a 2-3 anni fa, evidenziano saldi menodrammatici tra chi ha ridotto i consumi e chi li haaumentati. I prodotti alimentari e per la casa registrano un-18%, prossimo al -17% del 2012. Le spese per auto, moto espostamenti hanno un saldo di -16%, uguale al dato 2012.

Telefono e telefonia ha un saldo negativo di soli 13 puntipercentuali, in crescita rispetto al -9% del 2012. In un unico ambito gli Italiani non sono tanto disposti aridurre i consumi: quello dei medicinali. In questo caso -pur dominando la stabilita’, con il 62% di Italiani chedichiara di farne un uso uguale al passato – coloro che hannoincrementato il consumo (28%) sono assai piu’ di coloro chel’anno ridotto (10%); il saldo e’, dunque, positivo ed e’persino superiore a quello del 2012 (+18 punti percentualinel 2013, +17 nel 2012). Un incremento elevato si registraanche presso le famiglie che hanno sperimento importantidifficolta’ nel mantenere il proprio tenore di vita.

Solo il 2% degli itlaiani sono riusciti a migliorare lapropria situazione e pochi possono incrementare il consumo diprodotti, oltre a cio’ per qualche categoria merceologicariducono i propri consumi anche coloro che non hannosperimentato problemi: tutte le famiglie tendono quindi adessere piu’ attente per quanto riguarda le proprie spese. Chi ha un tenore di vita in peggioramento ha dovuto tagliareogni spesa: per ogni categoria di prodotti prevalgono coloroche ne hanno drasticamente ridotto il consumo. Chi ha mantenuto costante la propria qualita’ di vita senzadifficolta’ e’ ricorso comunque a diffusi ridimensionamenti,in particolare per il fuori casa, l’abbigliamento e igiochi.

Al contempo ha incrementato le spese per auto, moto espostamenti, telefono e telefonia, prodotti alimentari e perla casa, mantenendo costanti le spese per l’elettronica e glielettrodomestici. ram