Crisi: Acri, meno di un italiano su 4 ha fiducia in futuro Paese

GIU 2, 1330 -

(askanews) – Roma, 29 ott – Meno di un italiano su quattro hafiducia nel futuro dell’Italia. Gli Italiani ritengono chegli elementi cardine per una nazione che voglia progrediresiano primariamente il senso civico e il rispetto delleregole da parte di cittadini, istituzioni e imprese (per il67% e’ fondamentale), la scuola, l’universita’ e la ricercascientifica (fondamentali per il 66%), ma anche un sistemagiuridico efficace con leggi chiare (fondamentale per il60%), manager e imprenditori capaci (45%), una classepolitica con una visione strategica (43%), un sistemabancario efficiente (42%), il risparmio (fondamentale per il25%, assai importante per il 56%). Lo rilevano l’Acri el’Ipsos che hanno condotto una indagine su ‘Gli Italiani e ilRisparmio’ in occasione della 89esima Giornata Mondiale delRisparmio che si celebra domani a Roma.

Un vistoso ritorno di sfiducia – si legge nel ‘Rapporto’ -riguarda il paese nel suo insieme: meno di 1 italiano su 4 e’fiducioso sul futuro dell’Italia (24%), 1 su 2 e’ sfiduciato(47%), il 24% ritiene che la situazione rimarra’ inalterata,il 5% non sa cosa pensare. Gli sfiduciati sopravanzano quindidi 23 punti percentuali i fiduciosi; lo scorso anno, invece,la distanza era minima (5 punti percentuali).

Negli ultimi anni si e’ assistito a un crescentedecremento del numero dei soddisfatti circa la situazioneeconomica personale: quest’anno il dato rappresenta il minimodi tutta la serie storica, poiche’ poco piu’ di 2 italiani su5 risultano soddisfatti (il 42% della popolazione), mentre irestanti 3 su 5 lo sono sempre meno (58%). Cresce inoltre l’insoddisfazione profonda e tendono ascomparire i ‘molto soddisfatti’ (sono il 3%, ossia solo 1italiano su 33 e’ molto soddisfatto della propriasituazione), mentre piu’ di 1 su 5 (22%) non e’ per nullasoddisfatto. Nel Sud inoltre, si trova il minor numero di soddisfatti (31%quasi 1 su 3) con una riduzione di 7 punti rispetto all’annoprecedente; mentre nel Nord Est si registra soprattuttol’aumento dei poco soddisfatti (dal 29% al 38%), ma alcontempo crescono significativamente anche i moltosoddisfatti, che raddoppiano (dal 3% al 6%). Le altre aree sono piu’ costanti rispetto alla situazione del2012: nel Nord Ovest si registra una riduzione deisoddisfatti, in linea con la media del Paese; il Centro simantiene in una situazione abbastanza statica, anche se siriducono i ‘molto soddisfatti’ (in decremento dal 6% all’1%)che divengono ‘abbastanza soddisfatti’ (in crescita dal 41%al 48%).

Il presente appare molto buio e avaro di soddisfazioni, perquesto gli italiani puntano ad investire nella qualita’ dellavita futura (57%) a scapito del presente (39%): un dato chesi conferma rispetto al 2012. Questo atteggiamento gioca unruolo importante nel determinare le scelte di risparmio econsumo che verranno illustrate successivamente. Nel 2012 si rilevava che il pessimismo sul futuro registratonel 2011 stava lasciando spazio a un cauto ottimismo, tipicodei periodi pre-elettorali. Le aspettative di miglioramentodel 2012 sembrano, pero’, essere andate deluse, inparticolare riguardo al contesto nazionale. A un ritorno dipessimismo sul paese, che agli Italiani non pare in grado diuscire dalla propria situazione di difficolta’, si associauna fiducia sulla ripresa dell’Europa e del resto del mondo.

Il numero dei fiduciosi sul miglioramento del proprio futuroe’ inferiore a quello degli sfiduciati (28% gli sfiduciati,21% i fiduciosi); nel 2012 i dati si equivalevano (24%). Lamaggior parte degli intervistati, il 47%, non si attendecambiamenti della propria situazione personale (48% nel2012); il 4% non sa cosa pensare. La differenza tra fiduciosie sfiduciati (-7 punti percentuali) e’ tornata simile aquella del 2011 (-6 punti percentuali). In decisa contrazionedi fiducia nella propria situazione sono i giovani (18-30anni), fra i quali gli ottimisti sono scesi in un anno dal24% al 4%, con una perdita di ben 20 punti percentuali, e gliover 65 anni, fra i quali i pessimisti sono cresciuti di 6punti (dal 21% al 27%). Stabile la fascia fra i 31e i 64anni.

Rispetto al futuro del territorio in cui vivono, coloro chehanno poca fiducia superano di 17 punti percentuali ifiduciosi (il 35% contro il 18%); anche in questo dato ilprogresso del 2012 sembra annullato e si torna ai risultatidel 2011: allora il distacco era di 17 punti, mentre nel 2012era di 11.

ram