Media: non e’ piu’ tempo di commenti liberi su internet

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(askanews) – Roma, 19 ott – Non e’ piu’ tempo di ”liberocommento in libero internet”. Se il post offende, il sito nerisponde. E c’e’ da scommettere che, d’ora in poi, icontrolli saranno meno lassi. Merito o, se avete un punto divista libertario, colpa della Corte dei diritti dell’uomo diStrasburgo, che ha emesso una sentenza chiave, la scorsasettimana. La Corte ha sancito che un portale d’informazionepuo’ essere ”giustamente” ritenuto responsabile se noninterviene per prevenire, moderare o cancellare commentianonimi offensivi, diffamatori o minacciosi. Ne da’ notiziala newsletter Media Duemila in via di distribuzione.

La decisione della Corte diventera’ definitiva fra tremesi, se le parti non richiederanno e otterranno un nuovoesame davanti alla Grande Camera. Il caso specifico riguardauno dei piu’ grandi portali d’informazione dell’Estonia, che,nel gennaio del 2006, pubblico’ un articolo sulle sceltecontroverse di una compagnia di navigazione. I lettorireagirono postando commenti estremamente offensivi,diffamatori, e minacciosi nei confronti della compagnia e delsuo proprietario. Quest’ultimo fece causa al portale, che fucondannato a indennizzarlo con 320 euro per danni morali.

Nella loro sentenza, i giudici di Strasburgo scrivono che ladecisione dei colleghi estoni di ”ritenere il portaleresponsabile per i commenti diffamatori postati dai lettorie’ una restrizione della liberta’ d’espressione giustificatae proporzionata” e che, quindi, non ne configura unaviolazione.

Per arrivare a tale conclusione, la Corte ha preso inesame una serie di elementi, tra cui il fatto che i giudiciesercitavano un controllo considerevole sui commenti chevenivano pubblicati. I gestori erano gli unici che potevanobloccare o cancellare i commenti e avevano i sistemi perfarlo. Sistemi di cui tuttavia ”non hanno fatto pienouso”.

La Corte rileva, inoltre, che e’ stata una scelta delportale permettere agli utenti di mantenere l’anonimatoquando postavano i loro commenti. Si deve quindi ritenere chei gestori del sito si siano assunti una determinataresponsabilita’ per quanto pubblicato dai lettori. I giudici hanno infine rigettato la tesi del portale secondocui il proprietario della compagnia avrebbe dovuto fare causaa chi ha scritto i commenti. ”In un caso come questo, per motivi puramente tecnici -si legge nella sentenza – appare sproporzionato imporre allaparte lesa l’onere dell’identificazione degli autori deicommenti”. E la Corte ”non e’ convinta che un’azione delgenere avrebbe, in questo caso, garantito l’effettivaprotezione della parte lesa”.

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