Lavoro: Confartigianato, per donne spesa pubblica -39% rispetto all’Ue

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(askanews) – Roma, 19 ott – L’Italia non e’ un Paese per mammeche lavorano, siano esse dipendenti o autonome: a teneredistanti le donne dal mondo del lavoro e’ anche il bassoinvestimento nei servizi di welfare che dovrebbero favorirela conciliazione tra attivita’ professionali e cura dellafamiglia. La spesa pubblica per aiutare le donne a farnascere e crescere i figli e’ pari a 20,3 miliardi,equivalente all’1,3% del Pil e inferiore del 39,3% rispettoalla media dei 28 Paesi Ue. Il dato emerge dall’Osservatorio sull’imprenditoriafemminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato e cheverra’ presentato alla 15* Convention di Donne ImpresaConfartigianato, il movimento che rappresenta 365.000imprenditrici artigiane, organizzata a Roma il 21 e 22ottobre. L’analisi rivela, in particolare, che in Italia la spesapubblica per le prestazioni a favore delle nascite e’ pari a3,1 miliardi, inferiore del 26,6% rispetto alla mediaeuropea, quella a sostegno della crescita dei bambini e’ di2,8 miliardi, piu’ bassa del 51,2% rispetto alla media Ue, equella a favore dei giovani under 18 e’ di 6,6 miliardi,inferiore del 51,5% rispetto all’Ue. Crisi economica e qualita’ dei servizi pubblici per lafamiglia influenzano la natalita’: infatti, al gap Italia-Ueper gli investimenti nel welfare familiare si accompagna uncostante calo delle nascite diminuite tra il 2008 e il 2001del 7,3%. Insieme con la diminuzione delle nascite, e’ indiscesa l’utilizzo di alcuni strumenti di welfare a sostegnodella maternita’ e della conciliazione lavoro-famiglia:congedo obbligatorio retribuito di maternita’, congedoparentale, assegno di maternita’ dello Stato e dei Comuni,assegno al nucleo familiare. In particolare il congedo obbligatorio retribuito dimaternita’ che spetta alla lavoratrice madre, dipendente oautonoma, nel 2012 ha visto un calo del 6,8% degliutilizzatori rispetto al 2011. Nel dettaglio, la diminuzionee’ stata del 5,6% per le dipendenti, mentre e’ crollata del17,6% per le lavoratrici autonome e del 18,6% per leartigiane. Stessa sorte per il congedo parentale, i cuiutilizzatori sono diminuiti sono diminuiti del 4,9% tra il2011 e il 2012. Per quanto riguarda poi l’assegno dimaternita’ dello Stato e dei Comuni, il calo dei beneficiarie’ stato del 4%. Segno negativo anche per l’assegno al nucleofamiliare i cui beneficiari sono diminuiti dello 0,9% tra il2011 e il 2012. L’Osservatorio di Confartigianato esamina anche laqualita’ di alcuni servizi pubblici utili per le donne chedevono conciliare lavoro, famiglia e maternita’. A cominciaredai servizi comunali per l’infanzia (asilo nido, micronidi oservizi integrativi e innovativi) utilizzati soltanto dal 14%dei bambini sotto i 3 anni. Non va meglio per la quota diposti letto nei presidi residenziali socio-assistenziali esocio-sanitari che sono, in media nazionale, pari a 7 ogni1.000 abitanti. Molto bassa anche la percentuale deglianziani over 65 che utilizzano il servizio di assistenzadomiciliare integrata (ADI): appena il 4,1%. Secondo l’Osservatorio di Confartigianato, inoltre,quantita’ e qualita’ della spesa pubblica per la famigliainfluenzano la partecipazione al mercato del lavoro: inItalia quasi 1 donna su 2 (46,5%) e’ inattiva. Con differenzemolto marcate tra Nord e Sud: se infatti a Bolzano il tassodi inattivita’ femminile e’ pari al 31,9%, in Campania toccail record negativo del 64,4%. Pur in un contesto cosi’ problematico per il lavorofemminile, l’Italia mantiene pero’ la leadership in Europaper il maggior numero di imprenditrici e lavoratriciautonome: 1.524.600, pari al 16,3% delle donne occupate nelnostro Paese, rispetto alla media europea del 10,3%. Inparticolare le imprenditrici artigiane sono 364.895.

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