Alitalia: ricapitalizzazione gia’ vale 201 mln, in attesa di Air France

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(askanews) – Roma, 17 ott – Il varo dell’aumento di capitale diAlitalia, al termine dell’assemblea in ”notturna” chiusasialle prime luci del 15 ottobre scorso, con una movimentataassise centrale condita da una serie non quantificabile maconfermata di altre microriunioni a latere, a 48 ore didistanza o poco piu’ non svela ancora il domani, ancheprossimo, del vettore italiano. I 300 milioni di euro di ricapitalizzazione, con l’ok ditutti i soci, hanno pero’ gia’ tre caselle riempite: i 75milioni appannaggio di Poste Italiane e i 100 milioniassicurati dal consorzio UniCredit-Intesa sull’inoptato,oltre a 26 milioni in capitale ancora di Intesa San Paolo, inuna manovra complessiva che per l’istituto ha gia’ visto ilvia libera del consiglio di gestione mettendo a disposizionedi Alitalia altri 50 milioni di euro dei 100 del cosiddetto”bridge to equity” concordato a garanzia del debito insiemead UniCredit. Rifacendo i conti, a disposizione del management diAlitalia ci sarebbero gia’ sull’aumento di capitale, e benprima della scadenza dei 30 giorni per la conferma degliimpegni assunti in assemblea, 201 milioni di euro dei 300programmati.

Un ”tesoretto” di certezze che andrebbe fatto valere suchi ancora non si pronuncia, cioe’ l’azionista numero uno,Air France-KLM. Per provare ad accelerare i tempi e chiuderesubito la partita con l’attuale e riottoso socio strategicofranco-olandese, primo partner industriale.

L’opzione di una stretta integrazione sull’asseRoma-Parigi-Amsterdam, resta la strada maestra per uscire daltunnel. Evitando di dover ricorrere last minute a proposteche sarebbero tutte al ribasso da parte di chi finora si e’tirato fuori da ogni interesse su Alitalia, in fila Aeroflot,Lufthansa e la stessa Etihad. Lavorare dunque per aggregare un soggetto nuovo tra sociantichi, pagandone forse anche un prezzo immediato in terminiindustriali ma guadagnando la possibilita’ di essere di nuovoprotagonisti di un mercato del trasporto aereo destinato disicuro a riprendere anche in Europa la via della crescitaimportante. Agli allarmi su un possibile ”ritocco” delpiano industriale 2013-2016, alla voce personale, Alitalia hacomunque risposto oggi in direzione del tutto contrariasmentendo che ”qualsiasi nuovo piano sia stato presentato”e precisando quindi che le indiscrezioni relative a tagli delpersonale, messa a terra degli aerei e tagli di rotte sonodestituite di ogni fondamento”. Questo dopo che lo stessoministro Lupi aveva detto oggi di non aver costanza di unnuovo e draconiano ”business plan” Alitalia. A proposito del piano, da Bruxelles continuano a ricordare di essere in attesa dei dettagli dell’operazione Poste per una prima valutazione sul merito di un possibile aiuto di Stato. Potrebbe pero’ far gioco, in una fase storica in cui si intravedono segnali di ripresa del vecchio continente, il lieve ma riscontrato allentamento della pressione Ue sugli Stati in materia di aiuti nel settore del trasporto aereo, come peraltro pare evidenziarsi rispetto agli scenari comunitari di lavoro nel capitolo degli aeroporti regionali, quasi sempre a capitale pubblico, e del loro ”sostegno” alle attivita’ delle low cost, in primis Ryanair. Se l’aiuto pubblico assume nuova valenza a livello locale in tempo di crisi per lo sviluppo sul territorio, perche’ non potrebbe valere anche su confini piu’ ampi con simili motivazioni?gbt/gbt