Banche: Adusbef-Federconsumatori, strozzano famiglie su mutui e prestiti

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(askanews) – Roma, 21 set – Dopo il leggero calo di aprile 2013rispetto alla precedente rilevazione, torna a crescere ildifferenziale di tasso tra i mutui e prestiti offerti inItalia e quelli offerti in Eurolandia. Lo affermano, in unanota, le associazioni di utenti e consumatori Adusbef eFederconsumatori.

”Per i mutui – si legge nel comunicato – il differenzialee’ infatti passato da 112 punti base di aprile 2013, a 147 diluglio 2013. Per i prestiti il differenziale e’ salito da 182p.b.di aprile ai 213 di luglio 2013. Per cui, un mutuo di100mila euro a 30 anni vede il mutuatario italiano pagare unarata mensile di 84 euro piu’ alta (1.008 euro in piu’all’anno) del mutuatario di Eurolandia. A conclusione delmutuo, avra’ pagato 30.240 euro in piu’ di un cittadinodell’area Euro. Per lo stesso mutuo ma a 20 anni, alla fineil mutuatario italiano avra’ pagato 18.480 euro in piu”’.

”Le nostre banche – prosegue la notaAdusbef-Federconsumatori – continuano ad approfittare delbasso livello dell’Euribor per i tassi variabili ed Eurirsper i tassi fissi (in leggera crescita a giugno) per imporrespread altissimi sui mutui. Il vero problema dei mutui inItalia rimane lo spread bancario, ovvero il ricarico suitassi di interesse che le banche fanno per garantirsi ilguadagno sul finanziamento (maggiore per i mutui a tassofisso rispetto agli altri): la crisi degli ultimi anni haportato gli spread ad aumentare fino anche del 150% rispettoal passato e, nonostante i timidi segnali di ripresaeconomica e i miglioramenti della situazione finanziaria, illivello di uno spread pari o superiore al 3% sembra essere lanorma”.

Quindi, secondo le due associazioni, ”per avviare ilcircolo virtuoso del mercato immobiliare ed assecondare ladomanda di finanziamento, specie per le giovani coppie chevogliono acquistare la loro prima casa per abitarci ecostruirsi una famiglia, oltre agli incentivi del Governo,occorre un deciso intervento delle autorita’ monetarie perabbassare gli spread e riportare i tassi di interessi allamedia europea, essendo inaccettabili un differenziale di 147punti base rispetto alla media europea. Tassi che anche peril credito al consumo, la cui media e’ fissata all’8,24 percento, contro il 6,11% della media Ue, con un differenzialedi + 213 punti base (ma con tipologie di prestiti che -secondo le rilevazioni Bankitalia ai sensi della leggeantiusura 108/96 – pur arrivando al 19% non vengonoconsiderati usurari) diventano una palla al piede per laripresa dei consumi, volano dell’economia. Come risulta daBankitalia, i consumatori oltre a pagare il 12,08% in mediaper un prestito personale (che puo’ arrivare al 19,1% senzaessere considerato usurario), il 15%,21% sugli scoperti diconto corrente ed il 17% sulle revolving, che puo’ arrivareal 25% a fronte di tassi di riferimento Bce dello 0,50%, sonocostretti a pagare una mediazione creditizia dall’1%(imprese) fino al 4,63% (famiglie) che per un prestito di10.000 euro ammonta a 463 euro”. ”Ridurre il costo del denaro – concludono Adusbef eFederconsumatori – e’ la maggiore priorita’ per la ripresaeconomica”.

red/mau