Crisi: Cucchiani, Italia seguita con grande attenzione all’estero

FEB 2, 1311 -

(askanews) – Cernobbio, 6 set – ”La situazione politica italiananon e’ la prima preoccupazione al mondo ma e’ seguita conestrema attenzione all’estero da chi si occupa di politica edai mercati”. E’ quanto indica l’ad di Intesa Sanpaolo,Enrico Cucchiani parlando a margine del workshop Ambrosetti aCernobbio e sottolineando che ”l’incertezza politicaitaliana e’ l’elemento di gran lunga piu’ rilevante” sulloscenario della ripresa economica. La congiuntura appare inmiglioramento, e Cucchiani rileva che ”siamo in unasituazione dove emergono segnali positivi. Negli Stati Unitiin particolare c’e’ una sostenziale ripresa. in Europa invecei segnali di ripresa sono relativamente fragili e glielementi di incertezza sono molti”.

In questo quadro, sull’Italia pesa l’incertezza politicacome mostra anche il recente andamento al rialzo dellospread.

Secondo l’ad di Intesa c’e’ una correlazione tra lo spread ela situazione politica ”anche se e’ molto pericolosovalutare fluttuazioni nel brevissimo periodo”.

All’ad di Intesa Sanpaolo viene domandato se c’e’ lapossibilita’ che in caso di caduta del governo la legga distabilita’ venga scritta dalla Troika (Bce, Fmi e Commissioneeuropea). ”Credo sia improbabile che la troika sia chiamatain Italia – risponde Cucchiani – anche se di per se’ non e’un elemento negativo perche’ i paesi dove e’ andata hannomigliorato le posizioni e fatto riforme strutturali concambiamenti piu’ forti di quelli che si vedono in Italia”.

Senza la troika ”forse i problemi sarebbero maggiori. InGrecia si vedono miglioramenti e anche in Portogallo e inSpagna. Noi abbiamo la possibilita’ di fare tutto da solipero’ bisogna che si faccia”. ”Non e’ una critica algoverno Letta – aggiunge Cucchiani – non dimentichiamo cherappresenta una coalizione molto ampia. Siamo in unasituazione di impasse e sarebbe meglio che tutte le forzepolitiche si imegnassero per fare le riforme e far progredirel’economia al passo necessario altrimenti saremo costretti auna situazione che ci condanna allo stallo e al declino”.

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