Fiat: la lettera di Marchionne, a Mirafiori un atto di coraggio

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(askanews) – Torino, 4 set – Ecco il testo integrale dellalettera inviata oggi dall’ad Marchionne agli operai diMirafiori: ”Ci sono momenti importanti nella vita diun’azienda e delle sue persone. Sono momenti in cui e’necessario prendere decisioni coraggiose, nonostante laprudenza e la razionalita’ suggeriscano di aspettare. Oggi e’uno di quei momenti.

Per questo ho sentito il bisogno di scrivervidirettamente. La Fiat ha deciso di proseguire nel programmadi investimenti in Italia, malgrado le precarie condizionidel contesto economico e politico in cui ci troviamo adoperare. Rispetto a solo sei anni fa, il mercato delleautomobili si e’ pressoche’ dimezzato nel nostro Paese. Lasituazione in Europa non e’ migliore: la domanda di autoresta debole e la maggior parte dei costruttori registraperdite continue.

Moody’s, una delle principali agenzie di rating, hastimato che quattro delle piu’ importanti caseautomobilistiche (Fiat, PSA Peugeot-Citroen, Ford e GeneralMotors) chiuderanno il 2013 con perdite totali per circa 5miliardi di euro legate alle attivita’ europee, a causa delcrollo della domanda al livello piu’ basso degli ultimi duedecenni.

Non e’ la prima volta che ci troviamo nel mezzo di unacrisi, costretti a riscrivere il nostro futuro. Nel 2004abbiamo avviato un processo per permettere la rinascita dellaFiat, una Fiat che allora era sull’orlo del fallimento.

Abbiamo rifondato l’azienda, le abbiamo dato una nuovacultura e nuovi principi di gestione, l’abbiamo strappataalle condizioni disastrose in cui si trovava, portandola,qualche anno dopo, a raggiungere il piu’ alto livello diredditivita’ in oltre un secolo di storia. Tutto questol’abbiamo fatto insieme. Poi e’ arrivata la crisi del 2008 edel 2009, che ha stravolto le condizioni di base su cuiavevamo disegnato i nostri piani e ci ha spinti a cambiarecompletamente strategia. I mercati erano stravolti edisorientati e noi abbiamo sfruttato quel disorientamento perandare a cercare un’opportunita’ unica: abbiamo trovato laChrysler in America e creato insieme un gruppoautomobilistico di livello mondiale.

In questo modo, siamo riusciti a proteggere la nostraazienda da impatti che avrebbero potuto essere devastanti.

Siamo diventati piu’ forti, piu’ solidi, piu’ sicuri. Oradobbiamo usare quella forza, che ci deriva dalle attivita’extra europee, per proteggere la parte piu’ debole delsistema. Gli strumenti di cui abbiamo bisogno sono gia’ nellenostre mani.

Il contratto collettivo di lavoro Fiat, sottoscritto dallamaggioranza delle organizzazioni sindacali che virappresentano, e i referendum con cui avete scelto dicondividere i nostri progetti di rilancio e andare verso unfuturo di modernita’ ed eccellenza, sono le uniche cose checi servono ora. Rappresentano l’impegno reciproco che abbiamopreso a innovare il modo in cui lavoriamo insieme.

Rappresentano l’impegno a voltare pagina e chiudere con unalunga storia di sfiducia nelle relazioni industriali.

Rappresentano l’impegno a guardare al mondo in un modo nuovo,come una straordinaria opportunita’ che si apre per i nostriprodotti e per noi stessi, per arrivare a confrontarci con lamigliore concorrenza. Proprio oggi, nel corso di un incontrocon le organizzazioni sindacali firmatarie del contrattocollettivo Fiat, abbiamo confermato e rinnovato il nostrocomune impegno ad andare avanti con i progetti diinvestimento. Si tratta, come vi dicevo, di una decisione fondamentale,peraltro totalmente condivisa dal Presidente della Fiat, JohnElkann: un atto di coraggio contro il declino e un gesto difiducia verso il futuro. Lo abbiamo gia’ fatto a Pomigliano,trasferendo la produzione della Panda dalla Polonia e creandouno stabilimento modello, che oggi e’ riconosciuto da tutticome il migliore d’Europa, il primo ad aver ottenuto lamedaglia d’oro nel World Class Manufacturing. Lo abbiamofatto a Grugliasco, rilevando un impianto che non producevapiu’ nulla da sei anni, investendo oltre un miliardo di europer rimetterlo a nuovo e avviando la produzione dellaMaserati Quattroporte e della Maserati Ghibli, destinate aimercati di tutto il mondo.

Lo stiamo facendo a Melfi, investendo un altro miliardo dieuro, per iniziare a produrre la Fiat 500X e una vettura delmarchio Jeep, che dal prossimo anno saranno vendute neimercati internazionali. Lo stiamo facendo anche in Sevel, perpotenziare lo stabilimento come polo di eccellenza produttivaper le future versioni del Ducato destinate ai mercati ditutto il mondo.

Possiamo fare lo stesso a Mirafiori. L’unica cosa che vichiedo e’ di continuare a tenere fede agli impegni presi nelcontratto, nonostante la mancanza di certezze normative chesi e’ creata a seguito della recente pronuncia dellaConsulta.

Abbiamo invocato a lungo quelle certezze, ma ci siamo resiconto che purtroppo non sembrano destinate ad arrivare intempi brevi.

Noi non possiamo piu’ permetterci di aspettare.

E non potete farlo neppure voi. Vivere nell’incertezza non e’piacevole e sappiamo che state ancora passando momentidifficili. Con gli investimenti che avvieremo da subitointendiamo cambiare tutto questo. Questo e’ il messaggioprincipale che voglio lasciarvi: abbiate fiducia in voistessi, l’uno nell’altro e nel progetto che stiamorealizzando. Cosi’ come abbiamo fatto nel 2004, possiamofarlo di nuovo. A maggior ragione ora, che abbiamo la forzadi Fiat e di Chrysler insieme.

Possiamo aprire un nuovo capitolo e mandare anche al nostroPaese un segnale forte, di speranza e di impegno”.

com/eg/alf