Aeroporti: Save-Catullo, il Nord-Est lancia la sfida a Milano e Roma

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(askanews) – Roma, 27 ago – Il Nord-Est dopo esser divenuto il”motore” economico dell’Italia punta ora a far massacritica nel trasporto aereo lanciando la sfida agli scali diMilano e Roma e lo fa guardando al modello Londra. L’idea dibase parte dalla constatazione che il Nord Italia, al 2040sviluppera’, secondo le proiezioni Icao/Iata, un traffico dicirca 165 milioni passeggeri. L’attuale sistema aeroportuale(escluso Brescia) e’ in grado di gestire fino a 100 milionidi passeggeri. ”Questo determina – si legge in uno studio elaboratodall’aeroporto di Verona – un deficit di circa 65 milioni dipasseggeri che non potrebbero essere gestiti generando undanno al sistema Paese. Il progetto del sistema del Nord Estsi candiderebbe a colmare in parte questo deficit dicapacita’ diventando anche un progetto Paese”. La Catullo Spa, la societa’ che gestisce gli aeroporti diVerona e Brescia ha infatti accettato di avviare trattativein esclusiva con Save, la societa’ degli aeroporti di Veneziae Treviso, per la cessione di un pacchetto del 35% delcapitale. ”Lo sviluppo di un sistema integrato di aeroportinel Nord Est Italia – si legge infatti nella nota al terminedell’assemblea – e’ destinato ad assumere un rilievostrategico per l’area e l’intero Paese, per lo sviluppo deltrasporto aereo e per la sua stessa economia”. A nulla e’servita la mossa della Societa’ Sacbo che gestisce Orio alSerio, di entrare in partita.

L’Italia – come Gran Bretagna e Francia – sottolinea lostudio – ha 2 sistemi aeroportuali ufficialmente riconosciuti(Roma e Milano) e 2 di fatto costituiti negli ultimi anni(Venezia/Treviso e Verona/Brescia dopo il rilascio dellaconcessione a Brescia in capo alla Catullo Spa), ma nonriconosciuti in sede Enac/europea. Mentre in Asia, i sistemimulti-aeroportuali si sono evoluti attraverso la costruzionedi nuovi aeroporti ad alta capacita’, per far fronte ad unaforte crescita di traffico vista la mancanza di aeroportisecondari in disuso, prosegue lo studio, in Europa, invece,l’utilizzo di aeroporti regionali e’ e sara’ una chiave persoddisfare la domanda futura.

Per tale motivo, prosegue l’aeroporto di Verona, ”ilprogetto di sviluppo del ‘Sistema Aeroportuale del Nord Est’si pone in linea con le piu’ moderne strategie del trasportoaereo a livello europeo e risponderebbe alle esigenze deltrasporto aereo sia dell’area su cui esso gravita che delSistema Paese”.

Dal punto di vista dello sviluppo potenziale, l’aeroportodi Verona parte dalla considerazione che il Nord-Est presentaun Pil pro capite di 30 mila euro, tra i piu’ alti d’Europa equasi il 20% piu’ alto della media europea e un bacino diuetnza con piu’ di 15 milioni di abitanti, paragonabile aimaggiori sistemi aeroportuali europei. Un sistema exportsecondo solo a quello della Germania e infrastrutture dilivello europeo.

Il sistema, secondo il progetto, avrebbe modalita’operative del tutto simile al modello londinese con laspecializzazione degli aeroporti in funzione della componentedi traffico. In questo modo Venezia avrebbe il ruolo diaeroporto che garantirebbe importanti collegamenti europei eintercontinentali; Verona opererebbe con il ruolo disoddisfare le esigenze del territorio del Nord Est in terminidi collegamenti nazionali ed europei, non trascurando lacomponente charter che ormai da decenni opera con successo;Treviso sarebbe dedicato ad una offerta low cost; Bresciacontinuera’ ad operare nel campo delle merci – nel brevetermine – garantendo l’apertura di collegamenti con i nuovimercati emergenti mentre nel medio/lungo termine avra’ unimportante ruolo nel settore passeggeri, considerando chesara’ il terzo aeroporto ad avere una fermata dell’AltaVelocita’ all’interno del sedime aeroportuale. sen/sat