Mps: Mancini, su aumento capitale 2011 non rifarei stessa scelta

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(askanews) – Roma, 9 ago ”Ad oggi non rifarei l’ultimo aumentodi capitale del 2011 (2,4 mld, NdR), ma era ineludibile siaper le pressioni a livello nazionale, come quelle del Mef,sia per l’impossibilita’ di non aderire cosi’ a ridossodell’annuncio pena il rischio di farlo fallire e sia per leistanze della comunita’ senese a non diluire la quota dipartecipazione nella banca Mps”. Cosi’ Gabriello Mancini,presidente della Fondazione, nel corso della conferenzastampa di fine mandato.

L’aumento di capitale del 2011 fu finanziato per la partedi competenza della Fondazione in gran parte a debito (600milioni) e deciso sulla base del Piano d’Impresa 2011-15,chiamato ”Ambizione 2015”. Un business plan risultato ”nonrealizzabile” subito dopo l’avvenuta ricapitalizzazione.

”I piani industriali sono di per se’ ottimisti, va dettoche molti analisti lo considerarono prudente dal lato degliobiettivi del taglio dei costi e di aumento dei ricavi, certole previsioni sulla crescita del Pil erano troppoottimiste”, ha sottolineato Claudio Pieri, Dg dellaFondazione Mps.

Il piano d’impresa redatto dalla banca, allora guidata daGiuseppe Mussari (presidente) e Antonio Vigni (Dg), prevedevaun crescita media annua del Pil tricolore dell’1,5%. Adesempio quello di Intesa SanPaolo prevedeva una crescitamedia annua del Pil dell’0,7%.

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