Carlo Felice: Fials, si’ a solidarieta’ ma fateci lavorare

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(askanews) – Torino, 18 lug – La proposta di accordo per un altroanno di contratti di solidarieta’ al 40% al Carlo Felice diGenova e’ stata firmata ieri sera nella sede di ConfindustriaGenova dai vertici del teatro con Cgil-Cisl-Uil e Snater. Mala Fials il sindacato autonomo piu’ rappresentativo fra gliorchestrali genovesi, non ci sta. E in vista dell’assembleache dovra’ ratificare l’intesa pone le sue condizioni: unpiano industriale triennale di comprovata sostenibilita’economico finanziaria, l’impegno di tutte le partiistituzionali a fornire precise garanzie sul futuro delTeatro e dei suoi lavoratori, la possibilita’ di lavorare atempo pieno in vista dell’incremento produttivo auspicato perl’intero settore dal Ministro dei beni culturali MassimoBray. Queste, in sintesi le condizioni per un possibileulteriore contributo economico da parte dei dipendenti alcontenimento della grave crisi economico finanziaria chegrava sulla Fondazione lirica genovese. Contributo che pero’,secondo la Fials, non puo’ assolutamente configurarsi nellanuova tranche di contratti di solidarieta’ (Cds): ”Noi siamodisponibili a fare ulterori sacrifici economici – diceall’Asca Nicola Lo Gerfo segretario provinciale Fials – apatto che ci sia consentito di lavorare di piu’. Nonvogliamo che venga ridotta la produzione”.

”I due anni di applicazione dei Cds (2011 e 2012, ndr) -spiega Lo Gerfo – hanno ampiamente confermato l’inadeguatezzadi uno strumento modellato su realta’ lavorativecompletamente differenti dalla nostra. Un conto, infatti, e’la situazione di un’azienda manifatturiera che si trova adaffrontare una temporanea crisi di mercato: in questo caso,gli ammortizzatori sociali come i Cds hanno la benemeritafunzione di scongiurare licenziamenti altrimenti inevitabili;altra cosa e’ un’Istituzione, quale un teatro lirico, chenasce non per conseguire profitti economici, ma per fornirealla societa’ un servizio artistico e culturale, e che a talescopo e’ sostenuta dallo Stato e dagli enti locali, al puntoche il contributo pubblico piu’ consistente – la quotaproveniente dal Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) – vieneerogato anche in ragione di quanto prodotto”. ”Nellafattispecie – prosegue Lo Gerfo – l’applicazione dei Cds,che, secondo il piano industriale presentato dal Consigliod’Amministrazione, avrebbe dovuto garantire in due anni unavanzo gestionale di 10,8 milioni, cosi’ da abbattere ildebito pari a circa 17 milioni per poi azzerarlo nel 2013,non ha minimamente centrato tale obiettivo; causando invece,come temevamo, ricadute estremamente negative sullaproduzione, con sole 64 aperture di sipario l’anno alpenultimo posto, davanti soltanto al Petruzzelli di Barinella classifica nazionale, sul numero di spettatori, sugliincassi e, conseguentemente, sulla quota del Fus, diminuitadi circa 650mila euro”. ”La situazione del Carlo Felice,per quanto grave – osserva Lo Gerfo – e’ in linea con lacrisi che investe l’intero settore, dovuta in massima parteai ripetuti tagli sui contributi statali operati dagli ultimigoverni; con l’aggravante, nel nostro caso, di unasostanziale latitanza della politica e delle istituzionilocali, dal sindaco e presidente della Fondazione MarcoDoria, al Consiglio d’Amministrazione e all’attualeSovrintendente Giovanni Pacor, incapaci tanto di avviare unastrategia di salvezza e rilancio, quanto di tutelare unadelle massime istituzioni musicali del nostro Paese rispettoa decisioni governative talora singolarmente penalizzanti”.

”Negli ultimi anni – prosegue il segretaio Fials – ilavoratori del nostro teatro hanno dovuto subire una rapidasuccessione di eventi traumatici: dal commissariamento decisonel 2008 sulla base di imprecisate criticita’ gestionali,passando dalla liquidazione del Fondo pensione integrativoaziendale, caso forse senza precedenti in Italia, per finireproprio con l’applicazione dei Contratti di Solidarieta’,che, come si e’ visto, a fronte del sacrificio economicosostenuto dai Lavoratori non ha apportato alcun beneficio”.

”La strada maestra – conclude Lo Gerfo – non puo’ chepassare per l’elaborazione di un piano triennale sostenibile,soprattutto alla luce dell’inattesa apertura del MinistroBray, che si e’ impegnato ad assumere provvedimenti disostegno immediato in favore delle Fondazioni in crisi chesiano in grado di presentare un piano siffatto entro ilvicinissimo termine del 30 luglio. Ci appelliamo quindi atutte le parti in causa affinche’ non lascino colpevolmentecadere un’occasione del genere.” Di tutt’altro avviso ilSindaco Doria, che ha gia’ fatto sapere che il pianotriennale rappresenta un obiettivo ”velleitario”, e e hainsistito deciso sui Cds. ”Il Carlo Felice deve poterfornire un prodotto culturale in ambito regionale – ha dettodi recente Doria alle pagine locali Repubblica – e per questodovra’ dotarsi di una societa’ di servizi che fornira’ questotipo di prestazioni in grado di generare ricavi, guardandoanche piu’ in la’ della regione.

Penso al proposito a una cooperazione piu’ radicata con ilRegio di Torino, ma anche con Nizza. Questo percominciare”.

E ha gia’ dichiarato, questa volta al Corriere Mercantile,che se dovesse saltare l’accordo sui contratti disolidarieta’ il cda potrebbe decidere la disdetta unilateraledel contratto integrativo e l’avvio di un certo numero diprepensionamenti. Ma la Fials insiste: ”Negli ultimi dueanni – ammonisce Lo Gerfo – i lavoratori ci hanno rimesso 4,4milioni; ora ci chiedono nuovi sacrifici senza offrire alcunagaranzia. Il risultato sara’ semplicemente quello di uccidereil nostro Teatro e, con esso, un incalcolabile patrimonioartistico, culturale, professionale e storico. Ci dicano see’ questo cio’ che vogliono”.

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