Crisi: Coldiretti, spesa abbigliamento scarpe al minimo da 15 anni (RPT)

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RIPETIZIONE CORRETTA – (askanews) – Roma, 6 lug – La spesa perabbigliamento e calzature e’ scesa al minimo da oltre 15 anniper un valore di appena 121 euro al mese per famiglia cherappresenta il 6,2 per cento del totale non alimentare spesonel 2012. E’ quanto emerge da una analisi della Coldirettisulla base dei dati Istat in occasione dell’avvio in tuttaItalia della stagione dei saldi. Gli acquisti di vestiti e di calzature sono scesi del 10per cento in un anno e sono tra quelli che hanno subito imaggiori tagli per effetto della crisi che – sottolinea laColdiretti – e’ arrivata addirittura a colpire le spese perl’alimentazione che sono scese a 468 euro per famiglia conuna riduzione del 2 per cento. Tra le spese non alimentari – continua la Coldiretti – noncala la quota destinata all’abitazione mentre addiritturaaumentano quelle per l’energia ed i trasporti.

Nell’alimentare se da un lato rimane abbastanza stabile ladistribuzione del budget tra le diverse categorie di prodottocome pasta, carne, ortofrutta e latte, dall’altro aumentanotevolmente la percentuale di coloro che non risparmia solosu quantita’ ma anche sulla qualita’ che passa dal 53,6 al62,3 per cento. A differenza di quanto e’ accaduto per tutti gli altrisettori – sottolinea ancora l’associazione -,dall’abbigliamento alle automobili, in cui gli italiani hannorinunciato agli acquisti, per l’alimentare, che va in tavolatutti i giorni, questo non e’ possibile, almeno oltre uncerto limite, ma si sta verificando un sensibile spostamentoverso i prodotti a basso costo. Il risultato e’ che in Italia il cibo low cost e’ l’unicosettore a registrare un aumento delle vendite per effettodella crisi ma anche – precisa ancora la Coldiretti – nelprimo trimestre del 2013 sono aumentati del 26 per cento gliallarmi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinqueanni fa, prima dell’inizio della crisi.

Dietro questi prodotti – conclude la Coldiretti – spessosi nascondono infatti ricette modificate, l’uso diingredienti di minore qualita’ o metodi di produzionealternativi che bisogna verificare con attenzione perche’ sulcibo oltre un certo limite non e’ possibile risparmiare senzamettere a rischio la salute.

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