Crisi: Cgil e Fisac presentano ‘Manifesto buona finanza’

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(askanews) – Roma, 3 lug – Regolare gli eccessi della finanza, diquella ‘cattiva’, per fare del credito un settoreconcretamente al servizio del Paese, a sostegnodell’economia, rilanciando la crescita e l’occupazione. Iltutto attraverso l’adozione di sette punti, di sette propostespecifiche, contenute nel ”Manifesto per la buona finanza -Le banche al servizio del paese” promosso dalla Cgil e dallaFisac (la categoria dei lavoratori del credito del sindacatodi corso d’Italia) e presentato oggi nel corso di unaconferenza stampa dal segretario generale della Fisac,Agostino Megale, dal professore dell’Universita’ Bocconi diMilano, Marco Onado, e dal segretario generale della Cgil,Susanna Camusso.

Sette proposte per rilanciare l’economia, tutelare ilrisparmio, efficientare la gestione pubblica della finanza efavorire legalita’ ed equita’, che vanno dallaregolamentazione della finanza strutturata e dei derivati alriordino delle autorita’ di vigilanza, dalla distinzione trabanche commerciali e banche d’affari a una ridefinizione delruolo della Bce, dal favorire la legalita’ e la finanzasostenibile alla riduzione dei compensi dei top manager, finoa regole per l’armonizzazione della fiscalita? a livelloeuropeo e un uso della liquidita? presente nel sistema perfare ripartire gli investimenti. Un manifesto sulle regole della finanza lanciato propriodalla Cgil ”perche’ il nostro e’ un paese di risparmiatori,che sono per la gran parte lavoratori e pensionati, e ancheperche’ nel contesto bancario ci sono tanti lavoratori chedevono poter operare in un contesto di corretta informazioneda fornire ai risparmiatori, ai quali devono essererappresentati i rischi connessi ad ogni investimento”, hamotivato Susanna Camusso nel corso della conferenza stampa.

Inoltre, ha aggiunto la leader sindacale, ”dopo gliannunci fatti all’inizio della crisi, dove tutti eranodeterminati a ridefinire le regole della finanza, ciritroviamo dopo diversi anni con un nulla di fatto: lafinanza cattiva non e’ scomparsa perche’ sono mancatiinterventi concreti sulle regole, soprattutto in tema diderivati”. Non solo, perche’, per quanto riguarda leautorita’ di vigilanza, ”non sempre la Consob ha utilizzatoi poteri che la legge le attribuisce in tema di controllo eprevenzione”. Punto quest’ultimo sottolineato anche dal professor MarcoOnado: ”Abbiamo un problema Consob, l’autorita’ di vigilanzagestita da Vegas, dove e’ svilito il principio dellacollegialita’ e dove vengono utilizzate male leprofessionalita’ interne”. Inoltre, sempre secondo ilprofessore della Bocconi, ”la Consob e’ stata inadeguatanella gestione dei precedenti scandali finanziari, venendomeno alla sua funzione di tutela dei risparmiatori. Non puo’contribuire quindi alla soluzione della crisi economica epone un problema politico sulla idoneita’ dei suoivertici”.

Ecco quindi nel dettaglio i sette punti del manifesto,”un progetto che ha lo scopo di scacciare la finanzacattiva, quella degli stregoni, promuovendo una finanza buonaa sostegno dell’economia reale”, come ha spiegato il numerouno della Fisac Cgil, Agostino Megale. Il primo dei settepunti e’ relativo al ”regolamentare la finanza strutturata ei derivati”. Secondo il sindacato ci sarebbero derivati nelbilancio dello stato pari a 160 miliardi di euro, 220miliardi in quello degli enti locali e circa 200 sarebberoriconducibili alle principali banche italiane. Ecco perche’Cgil e Fisac chiedono ”regole piu’ incisive contro laspeculazione” che prevedano, tra le altre cose, ”una ‘blacklist’ di derivati che siano vietati alle banche commerciali,una commissione d’indagine e rinegoziazione con le banche chequantifichi l’ammontare complessivo e la tipologia deiderivati in circolazione, l’approvazione di una legge cheattribuisca alla Consob la competenza sulla misurazione deirischi dei derivati contratti dalla pubblicaamministrazione”.

Il secondo punto del manifesto sostiene il ”riordinodelle autorita’ di vigilanza, delle fondazioni bancarie edella Governance delle banche”. Lo stock di ricchezzaaccumulata in Italia e’ – si legge nel manifesto – pari a8.500 miliardi, di cui circa 4 mila impegnati in attivita’finanziarie. Il sindacato propone infine anche ”la dismissione delcapitale delle banche detenuto dalle Fondazioni bancarietenendo conto, nei tempi e nelle modalita’, delle condizionidel mercato”. Per quanto riguarda la Governance, infine,”ci si puo? ispirare al modello tedesco basato sul sistemaduale e su un approccio partecipativo a livello aziendale”.

Terzo punto del manifesto per la buona finanza:”separazione tra banca commerciale e banca d’affari”. Dalleelaborazioni del sindacato risulta che se dei 200 miliardi diderivati riconducibili alle banche 50 fossero veicolati versol’economia reale si stima una crescita del Pil potenzialedell’1,5%. Le banche devono percio’ ”tornare ad essere unvolano per la ripresa, favorendo la crescita dimensionaledelle imprese; fare credito all’economia reale e smetterla dipreferire l’attivita’ speculativa su quella tradizionale”.

Vanno quindi reperite le risorse per uscire da questa ”fasepatologica di stallo”.

Al quarto punto del manifesto c’e’ la proposta di una”ridefinizione del ruolo della Bce nella politica monetariae nella vigilanza bancaria”. Il quinto punto propone il ”favorire la legalita’ e lafinanza sostenibile: trasparenza e incentivazione dellatracciabilita”’. Secondo i dati diffusi dal sindacato, ”iIl90% dei pagamenti delle famiglie italiane avviene incontanti, contro il 78% della Germania, il 65% della GranBretagna e il 59% della Francia: una riduzione del 15% delleoperazioni svolte oggi in contante si stima porterebbe nellecasse dello stato circa 12 miliardi di euro”. ”Riduzione dei compensi percepiti dal Top Management” e’il sesto punto del manifesto Cgil e Fisac.

Ultimo e settimo punto, legato alla necessaria riduzionedelle tasse sul lavoro, riguarda: ”Armonizzazione dellafiscalita’, in un settore in fase di riorganizzazione, alivello europeo ed uso della liquidita’ presente nel sistemaper fare ripartire gli investimenti”. red/glr