Cambi: e’ finita la bassa volatilita’? (analisi Fxcm)

AGO 4, 1293 -

(ASCA-FXCM) – Roma, 2 lug – Giornata particolarmente piatta quella che abbiamo vissuto ieri, con i mercati che, pur presentando delle volatilita’ implicite stimate molto alte non ha fornito spunti che si possono definire interessanti, nemmeno nell’intraday, fino alle prime ore di questa mattina. La Reserve Bank of Australia infatti, si e’ incontrata per decidere le mosse di politica monetaria e ha deciso di lasciare il costo del denaro invariato al 2.75%, il che avrebbe potuto portare ad un nulla di fatto a livello di reazioni degli investitori in quanto le attese degli analisti si sposavano perfettamente con quanto deciso, ma, come spesso accade, e’ stato lo statement accompagnatorio della decisione a far muovere i mercati. ”The Australian dollar has depreciated by around 10 per cent since early April, although it remains at a high level. It is possible that the exchange rate will depreciate further over time, which would help to foster a rebalancing of growth in the economy”. Queste le parole del governatore Glenn Stevens, che ci fanno capire come il dollaro australiano sia considerato ancora su livelli alti da parte del board della RBA e come un suo ulteriore deprezzamento sia desiderato al fine di migliorare la crescita economica che rimane ancora buona ma sotto i livelli attesi e storici. La reazione non si e’ fatta attendere, con la coppia AudUsd che e’ andata a scendere sotto il livello di 0.9200, dopo aver formato una divergenza ribassista individuabile su un grafico orario, il che ci conferma l’idea di fondo di medio periodo che potrebbe vedere ulteriori ridimensionamenti del valore dell’aussie, proprio in seguito ad aspettative che non escludono futuri tagli di tassi. Le materie prime risultano essere ancora sotto pressione a livello di prezzi, anche se dal punto di vista del proprio trend storico si trovano ancora su valori considerati alti da parte del board, mentre l’inflazione si trova intorno ai target di attenzione. Oltre a questo, dobbiamo cominciare a prestare attenzione ai potenziali aggiustamenti dei prezzi prima che venga celebrato l’Independence Day in America, il che potrebbe farci trovare di fronte a mercati particolarmente volatili a causa della combinazione di bassa liquidita’ (a causa della festa americana) e degli appuntamenti che vedranno impegnate giovedi’ la Bank of England e la Banca Centrale Europea. Oggi in pubblicazione alcuni dati americani che non dovrebbero mostrare effetti sui mercati a causa della poca importanza attribuita ad essi da parte degli analisti, avremo dunque la possibilita’ di ragionare sulla distribuzione dei flussi di capitale, tenendo sempre in mente che i mercati obbligazionari stanno tornando a mostrare rendimenti reali positivi. EurUsd. Dal punto di vista tecnico, per la moneta unica europea nulla e’ cambiato da ieri. Continuiamo a seguire l’area di 1.3085 per pensare a possibili ripiegamenti del mercato, tenendo conto che un superamento di 1.3115 potrebbe lasciare spazio a salite oltre i massimi precedenti posti in area 1.3150. 1.2970 rimane il punto da superare per vedere aumenti di volatilita’ fino a 1.2925. UsdJpy. Il UsdJpy ha continuato a muoversi sopra la media mobile a 21 periodi oraria che sta continuando a mostrare la sua validita’ a livello di supporto dinamico. Siamo ora vicini a 100 e crediamo che il mercato possa avere la forza per provare delle rotture rialziste che, fino a quando non supereranno l’area di 100.25 non dovranno, a nostro parere, essere considerate definitive (in caso di rottura potenziali estensioni verso 100.50/75). Un ritorno sotto 99.40 potrebbe essere propedeutico a tentativi di discesa che potrebbero estendere verso 99.10 e 98.70, ultimo punto da considerare prima di pensare a ritracciamenti importanti. EurJpy. Anche su EurJpy ci troviamo sopra la media a 21 oraria ed il mercato sta tentando di compiere nuovi massimi. L’area di 130.60 potrebbe essere considerata per pensare a posizionamenti short, data la price action combinata di EurUsd e UsdJpy, tenendo conto che un superamento rialzista di 130.75 potrebbe portare ad escursioni oltre 131.00. Un ritorno sotto 129.70 potrebbe risultare ultile ad assistere a discese dei prezzi verso l’area individuata dagli ultimi punti di supporto e dalla media a 100 oraria. GbpUsd. Dopo la buona partenza a ribasso mostrata ieri mattina, la pubblicazione di un buon dato sul PMI manifatturiero (52.5 vs attese di 51.4 e precedente 51.5) ha invertito il mercato, pur non superando il livello ultimo di resistenza ipotizzato, passante per 1.5260. Siamo ora intorno a 1.5200, con le medie orarie ancora impostate a ribasso all’interno di pochi punti di volatilita’. Difficile da interpretare la potenziale operativita’ per oggi, curiamo l’avvicinamento ai minimi di venerdi’ o ai massimi di ieri prima di impostare qualsiasi tipo di operativita’, che potrebbe prevedere vendite di sterline sulle resistenze, con stop e reverse sopra i massimi, per il raggiungimento delle aree di minimo, che se rotte, possono portare a nuove evoluzioni ribassiste che possono estendersi per una strada pari all’altezza della congestione in esame. AudUsd. Abbiamo gia’ descritto il movimento visto sul dollaro australiano. Siamo nei pressi di 0.9150, il punto da considerare per eventuali evoluzioni ribassiste verso 0.9100, che se dovesse mollare potrebbe portare a pesanti discese che potrebbero, in ultima istanza, superare anche la soglia tonda di 0.9000 (un quarto di figura di tolleranza dovrebbe essere considerato in caso di tentativi di rottura). Per assistere a risalite decise, occorre superare l’area di 0.9210, data da punti precedenti sulla salita di ieri. 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