Imprese: Cerved, nel 1* trim. record di ‘protestate’ (+12,6%)

33 9, 1291 -

(askanews) – Roma, 26 giu – Nei primi tre mesi dell’anno leimprese italiane hanno registrato un record negativo: massimodei fallimenti e societa’ con almeno un protesto a carico. Idati sulla regolarita’ dei pagamenti tratti da Payline, ildatatabase di Cerved Group sulle transazioni commerciali dioltre 2 milioni di imprese, confermano la fase di difficolta’per le imprese italiane e non indicano un miglioramento abreve della liquidita’ aziendale.

”Tra gennaio e marzo 2013 – sottolinea Gianandrea DeBernardis, amministratore delegato di Cerved Group – sicontano oltre 23 mila imprese non individuali con almeno unprotesto a carico: e’ il dato piu’ elevato osservato in unsingolo trimestre dall’inizio della crisi, che segna un+12,6% rispetto allo stesso periodo del 2012”.

Questo incremento interessa tutti i settori, conl’edilizia, che si conferma come il comparto con il piu’ altotasso di diffusione del fenomeno: sono oltre 5 mila lesocieta’ protestate (+13,8% sul primo trimestre del 2012),pari all’1,7% delle imprese non individuali che operano nelsettore. Aumentano le societa’ protestate anche nell’industria(+14,7%), con incrementi che riguardano tutti i settorimanifatturieri a eccezione dei prodotti intermedi (-12,7%) edell’high tech (-7,4%). In ambito industriale la crescitarisulta particolarmente preoccupante nella filiera auto,+25,8%, nella meccanica, +24,9%, nel sistema casa, +24,7% enel largo consumo con un +19,9%, mentre tra i settori nonmanifatturieri, l’aumento e’ piu’ sostenuto nella logistica,+18,7%, nella distribuzione, +17,3%, e nei servizi nonfinanziari, +13,1%.

Dal punto di vista geografico, mentre nel 2012 i protestiavevano fatto segnare una corsa a due velocita’ – conincrementi a due cifre nel Centro-Sud e piu’ contenuti nelNord -, nei primi mesi del 2013 il fenomeno e’ inaccelerazione anche nelle regioni settentrionali. ”Rispettoallo stesso trimestre del 2012, e’ cresciuto molto il numerodi societa’ protestate nel Nord Est, +12% e nel Nord Ovest,+9,9% con picchi particolarmente alti nel Friuli (+41%), nelTrentino (+24,7%) e in Veneto (+19,6%) – conclude DeBernardis.

Questo quadro negativo sui protesti non viene confortatoda dati migliori sul versante dei pagamenti, un fenomeno chenei primi tre mesi dell’anno ha sottolineato una riduzionedella percentuale di imprese che saldano le fatture entro itempi concordati con i propri fornitori: dal 48,2% del primotrimestre 2012 al 45,2% dei primi tre mesi del 2013.

I dati per dimensione di impresa indicano che ben novegrandi imprese su dieci pagano oltre le scadenza pattuite (inmedia in 90,4 giorni) ma solo nel 7,3% dei casi i ritardisono gravi, di oltre due mesi: le aziende di dimensionemaggiore sfruttano spesso i ritardi dei pagamenti comestrumento di gestione della liquidita’ aziendale. La presenza di imprese puntuali e’ molto piu’ alta tra lePMI (pagano entro i termini il 37% delle societa’ confatturato tra 2-50 milioni), ma in calo rispetto allo scorsoanno, mentre aumentano sia i ritardi entro due mesi, sia igravi ritardi, che si attestano al 7,9% del totale. L’aumento dei ritardi con cui le piccole e medie impreseliquidano le fatture riguarda tutta l’economia con unpeggioramento piu’ marcato nelle costruzioni: le impreseoperanti nel settore hanno accumulato in media 27 giorni diritardo rispetto ai termini pattuiti (19,5 giorni e’ ilritardo medio delle PMI), una crescita di 7 giorni rispettoallo scorso anno (+1,9 giorni aumento medio di tutte le PMI).

red/glr