Conti pubblici: Tesoro, da derivati nessuna perdita e nessun pericolo

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(askanews) – Roma, 26 giu – ”Non esiste alcun pericolo per iconti dello Stato In merito alle illazioni avanzate daalcune testate, il Dipartimento del Tesoro del Ministerodell’Economia e delle Finanze fornisce precisazioni echiarimenti utili a comprendere che gli strumenti diprotezione dal rischio di interesse oggi gestiti noncomportano perdite”, cosi’ la nota del Tesoro dopo quantoriportato dalla stampa che parlava di 8 miliardi di perditepotenziali da operazioni sui derivati.

Nella nota il Tesoro ricorda che ” fornisce regolarmenteogni sei mesi alla Corte dei Conti tutta la documentazionerelativa alle operazioni condotte in strumenti di finanzaderivata. La Corte dei Conti nel mese di marzo 2013, tramitela Guardia di Finanza, ha chiesto la documentazione inerentealla sola attivita’ di chiusura di un gruppo consistente dioperazioni con Morgan Stanley. A fronte di tale richiesta, ilTesoro ha fornito tutta la documentazione richiesta, secondotempi concordati con la Guardia di Finanza stessa, perciascuna operazione, inclusi i contratti pregressi dai qualiciascuna operazione ha avuto origine (copia di ciascuncontratto e relativo decreto ministeriale con il quale ognisingola operazione e’ stata formalmente approvata) corredatada una circostanziata relazione esplicativa”. Per quanto riguarda l’operativita’ in derivati, la notadel ministero, ricorda che essa ” si basa su criteriispirati al perseguimento dell’interesse dello Stato, mirandoalla protezione dai rischi di mercato, primi fra tutti ilrischio di cambio e il rischio di tasso di interesse. Conriferimento in particolare a quest’ultimo, l’attivita’ inderivati e’ stata mirata a conseguire l’allungamento delladuration complessiva del debito, al fine di proteggere da uneventuale rialzo dei tassi, pagando tasso fisso e ricevendovariabile. Tale funzione prettamente assicurativa e’ stataperseguita attraverso IRS (interest rate swap) e opzioni sutassi di interesse (swaption), fissando tassi a lungo termineche, al momento della sottoscrizione, risultavanostoricamente ai minimi per la scadenza cui si riferivano.

Bloccare attraverso derivati un tasso fisso ”a pagare” incontropartita di un tasso variabile ”a ricevere”rappresenta una protezione verso futuri shock sui tassi diinteresse, situazione peraltro sperimentata dallo Statoitaliano a piu’ riprese e con un’evidenza particolarmentesignificativa a seguito della grave crisi monetaria efinanziaria del 1992. Infatti, se in simili frangenti sidevono emettere titoli a breve termine, il rischio di aumentodel tasso pagato sul debito all’atto del rinnovo dei titoliin scadenza viene neutralizzato, per la parte coperta, dallagamba ”a ricevere” dello swap (a tasso variabile) ed ilcosto effettivo viene limitato al corrispettivo tasso fisso”a pagare” nello swap. Come ogni assicurazione, peraltro,ove l’evento verso il quale ci si protegge non si verifichi,si sopporta un costo, che rimane tuttavia giustificato dallapriorita’ attribuita alla prevenzione di gravi conseguenze incaso di scenari avversi. Il valore di mercato degli strumentiderivati in uno specifico momento, il cosiddetto mark tomarket, non e’ in nessun caso assimilabile a una perditarealizzata. Esclusivamente in presenza di specifiche clausolele controparti possono reciprocamente esigerne lacorresponsione secondo le modalita’ previste neicontratti”.

Infine il Tesoro definisce ”priva di ogni fondamentol’ipotesi che la Repubblica Italiana abbia utilizzato iderivati alla fine degli anni Novanta per creare lecondizioni richieste per l’entrata nell’euro. Le operazioniposte in essere all’epoca sono state sempre registratecorrettamente secondo una prassi consolidata, nel rispettodei principi contabili sia nazionali che europei. Icontrolli effettuati sistematicamente dall’Eurostat a fartempo dalla seconda meta’ degli anni Novanta, anche quelliconseguenti all’introduzione in piu’ fasi di nuove lineeguida sugli strumenti finanziari derivati, hanno sempreconfermato la regolarita’ della contabilizzazione di questeoperazioni”.

red/men