Imprese: R&S, multinazionali italiane fanalino di coda d’Europa

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(askanews) – Milano, 13 giu – Multinazionali italiane fanalino dicoda in Europa nel primo trimestre del 2013. I dati cheemergono dall’indagine condotta dal Centro Ricerche&Studi diMediobanca non lascia spazio a dubbi: nel giro di un anno, ilfatturato complessivo delle multinazionali mondiali si e’ridotto del 2,2%. In un contesto gia’ negativo, l’Europa fapeggio della media globale con una contrazione dei ricavigenerati dalle multinazionali del 3,2%. E nel VecchioContinente l’Italia e’ la paggiore, con le sue multinazionaliche nel giro di appena 12 mesi hanno perso il 3,8% delproprio giro d’affari. Nel Belpaese fa bene solo Parmalat (che resta ubicata inItalia anche se passata sotto il controllo dei francesi diLactalis) che registra un aumento del fatturato annuo del12,8%.

Stabile Finmeccanica (+0,4% del fatturato), mentre la maggiorparte delle multinazionali italiane segnano contrazione deiricavi, con il record negativo alla Danieli (-15,7% nei primitre mesi del 2013). Male anche Eni (-6%), Telecom (-7,7%),Prysmian (-8,7%) e Italcementi (-9,2%). E’ questa una delle conseguenze dei ‘mali’ strutturali cheda sempre affliggono le multinazionali italiane. Che,rispetto ai loro principali competitors europei, siconfermano piccole (la dimensione media e’ quella inferiorein Europa), con scarsa propensione all’export (soprattuttoverso i Paesi emergenti asiatici), tutto Stato e famiglia (il49% delle multinazionali italiane e’ controllata dallo Stato,un altro 49% e’ a controllo familiare), poco competitive (illoro valore aggiunto pro-capite e’ il piu’ basso d’Europa),incapaci di creare occupazione in Italia (se aumentano laforza lavoro, lo fanno assumendo all’estero). Unica notapositiva, l’aumento degli investimenti in tecnologia che nel2012 ha generato un incremento dei ricavi hi-tech sufficienteper riportare le multinazionali italiane in linea con lamedia europea, dove al primo posto c’e’ sempre la Germania. Il quadro tracciato da Mediobanca sulle multinazionali delBel Paese contiene tuttavia piu’ ombre che luci. Il dato cheemerge e’ che i colossi societari italiani restano troppodeboli per poter recuperare il divario con Germania e Franciasoprattutto in termini di reddittivita’, solidita’finanziaria, produttivita’ e capacita’ di profitto. Tuttiindicatori che vedono le multinazionali tricolore ancoralontane dai livelli pre-crisi. fcz/mau/rob