Eni: R&S, prima azienda in Italia, aumenta quote di mercato in Europa

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(askanews) – Milano, 13 giu – In Italia e’ l’azienda numero unoper fatturato. Ma non sfigura neppure nel panorama europeo,dove si colloca al secondo posto per solidita’ finanziaria,al terzo per reddittivita’ operativa, competitivita’ einvestimenti in esplorazione. E ancora, e’ la quarta europeaper dimensione, si pone al quinto posto per produzione e alsesto per liquidita’.

Se invece si allargano i riflettori di indagine allo scenarioglobale, e’ la 12ma multinazionale al mondo per attivi, la9na se si prendono in considerazione solo i colossipetroliferi.

Ecco l’dentikit dell’Eni che emerge dalla fotografia sullemultunazionali scattata dal centro Ricerce&Studi diMediobanca.

Nel panorama italiano non c’e’ partita: Eni resta salda alcomando della classifica delle societa’ con maggiori ricavicon 127,2 miliardi di fatturato registrati nell’esercizio2012. In seconda posizione – con 17 miliardi di ricavi inmeno – c’e’ Exor, a quota 110 milardi. Ma e’ soprattutto nelcontesto europeo che il peso di Eni aumenta. Nell’ultimodecennio ha scalato quote di mercato a dicapito delleprincipali concorrenti, passando dall’8,2% del 2002 al 10,6%del 2012. E’ questo l’effetto di un aumento dei ricavi piu’sostenuto rispetto a quelli degli omologhi spagnoli (Repsol eCepsa) e francesi (Total) soprattutto all’estero, consideratala contrazione italiani nei consumi di petrolio eidrocarburi.

Attualmente, dunque, il colosso energetico italiano e’ ilquinto produttore europeo di idrocarburi con una quota del12,2%. Ma e’ il 2012 e’ stato anche l’anno della cessione diSnam a Cassa Depositi e Prestiti, operazione che ha permessoall’Eni di scalare la classifica delle societa’ pertrolifereeuropee sul fronte della solidita’ finanziaria (dove nel 2012si piazza in seconda posizione) e su quello della liquidita’(dove compare al sesto posto). Oltre a porsi al terzo postoper reddittivita’ operativa, competitivita’ e investimenti inattivita’ di esplorazione, Eni e’ anche il quarto gruppopetrolifero europeo per riserve di idrocarburi, sufficientida permetterle 11,5 anni di autonomia. L’indagine R&SMediobanca chiarisce comunque che a livello europeo ilfatturato complessivo dell’industria pertrolifera si e’ridotto nel primo trimestre 2013 del 4,8%, con un trend inlinea con l’andamento del prezzo del greggio che nei primitre mesi dell’anno si e’ ridotto del 4,7%. Infine un focus sulle dinamiche globali: nel 2012 la piu’grande societa’ petrolifera del mondo e’ la britannica RoyalDutch Shell, una delle storiche ‘sette sorelle’, il cuinumero si e’ in realta’ ridotto a quattro per effetto dinumerose operazioni di fusione e acquisizione. In secondoposizione la cinese PetroChina, al terzo posto lastatunitense ExxonMobil. I ricavi e la dimensione societariadei giganti del petrolio risultano complessivamente increscita, anche se i margini risultano ancora lontani dailivelli pre-crisi. I ricavi delle multinazionali petrolieferehanno comunque prosgressiamente eroso quote di mercato allamanifattura. Con il risultato di aumentare il potere deigoverni che ormai controllano il 70% del fatturatopetrolifero mondiale.

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