Iva: Coldiretti, dopo crollo consumo vino, se aumenta ‘cantine chiuse’

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(askanews) – Roma, 25 mag – L’aumento dell’Iva avra’ un ulterioreeffetto depressivo sui consumi di vino, dopo il crollo recorddel 7% degli acquisti familiari fatto segnare nel primotrimestre del 2013. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme ‘cantine chiuse’ inuna nota diffusa, per ‘contrappasso’, proprio alla vigiliadell’iniziativa ”Cantine Aperte” di domenica 26 maggio e invista del primo luglio, quando, se non interverrannomodifiche, l’Imposta di valore aggiunto passera’ dal dal 21al 22% su alcuni prodotti tra cui, appunto, il ‘nettare dibacco’. Se iniziative come Cantine Aperte cercano di diffondere lacultura del consumo responsabile del vino, l’aumentodell’aliquota rischia – sottolinea la Coldiretti – di dare ilcolpo di grazia agli acquisti sul mercato nazionale che sonoscesi al minimo storico dall’Unita’ d’Italia. Nello spazio di una decade, gli italiani – continua laColdiretti – hanno detto addio ad un bicchiere di vino suquattro, tanto che i consumi nazionali sono scesi ad appena22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni diettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni diettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. L’Italia – precisa la Coldiretti – e’ addiritturatallonata da vicino dalla Germania e soprattutto dalla Cinacon un consumo interno di 18 milioni di ettolitri in rapidacrescita (+9%). In compenso, l’Italia resta saldamente il maggioresportatore di vino nel mondo dove quasi una bottigliascambiata su cinque e’ Made in Italy. Con un valore recorddelle spedizioni di 4,7 miliardi di euro nel 2012, il vino siclassifica come il prodotto agroalimentare italiano piu’esportato nel 2012.

Negli Stati Uniti il vino italiano – sottolinea laColdiretti – supera lo storico tetto di un milione di euro invalore, con un aumento del 6% mentre un incremento a duecifre si registra in Cina, dove le bottiglie tricolori stannoconquistando sempre piu’ spazi di mercato (+17%, da 66milioni a 77 milioni). Ma – continua l’associazione di categoria – e’ l’interocontinente asiatico a rivelarsi terra di conquista per inostri prodotti, con un aumento netto del 20%. Tra ledestinazioni storiche – conclude la Coldiretti – si registraun aumento del 4% in Germania che e’ il secondo mercato dopogli Usa, del 5% in Gran Bretagna, dell’11% in Canada mentrec’e’ un calo del 15% in Russia.

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