Industria: Animp-Federprogetti, nel 2012 impiantistica cresce del 12%

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(askanews) – Roma, 16 mag – Moderato ottimismo verso il futuro,una crescita di settore, nel 2012, del 12,1% e, a parita’ diricavi, commesse garantite fino a meta’ 2015, nonostante lacrisi economica mondiale. Questi i numeri dell’impiantisticaindustriale, un settore che in Italia, da solo, vale circa 35miliardi di Euro che si presenta come uno dei pochi cheancora non deve scontare gli effetti della crisi economicaglobale. Secondo il Rapporto annuale di settore, redatto dalCentro Studi Animp e presentato oggi a Roma in occasione del40esimo convegno annuale di Animp-Federprogetti, leassociazioni che racchiudono le aziende di settore, ilcomparto risulta crescere del 12,1% rispetto al 2011. A fronte di un volume a fine 2011 di circa 30,7 miliardidi euro di fatturato, il 2012 ha chiuso con ordini acquisitiper 34,4 miliardi di euro, di cui il 20% per lavori daeseguire sul mercato italiano e l’80% all’estero. A volumi diricavi pari a quelli del 2012, quindi, il portafoglio residuofotografato alla fine dell’anno scorso e’ in grado di coprirecirca 1,5 anni di lavoro.

Piu’ in dettaglio, l’Italia, nel 2012, ha offerto ricaviper 3.459 milioni di euro e ordini per 3.435 milioni, mentrel’Europa ha garantito un ricavo di 5.063 milioni e ordini peraltri 5.763 milioni. Dall’Africa settentrionale sono arrivati2.745 milioni di euro e commesse per altri 2.361 milionimentre il resto del continente ha offerto ricavi per 2.509milioni e ordini per 2.759 milioni. Dal Medio Oriente sonoarrivati ricavi per 5.382 milioni e ordini per 3.802 milioni,in leggera diminuzione. Cio’ che e’ stato perso in Medio Oriente e’ stato pero’guadagnato in America del Sud: nel 2012 i ricavi sono statiinfatti di 1.376 milioni di euro, ma gli ordini acquisitisono pari a 2.900 milioni di euro, aumento che porta il”valore’ dell’America Latina, in termini di fatturato, dal5,9% al 11,9% del totale. Leggera crescita degli ordinativianche in Asia, passata dai 1.881 milioni di euro di ricavi2012 ai 2.456 milioni di ordini per il 2013. Stabili infinele commesse in America del Nord: 990 milioni di euro diricavi e ordini per 913 milioni.

Anche le previsioni per il futuro sono positive. Il 58%degli operatori del settore prevede ”stabilita”’ suimercati esteri, il 31% stima opportunita’ di crescita e solol’11% prevede una diminuzione delle occasioni di lavoro.

Nonostante la crisi, anche il mercato italiano e’ consideratostabile dal 66% degli operatori, il 15% stima vi sianoaddirittura possibilita’ di crescita e solo il 19% prevedeuna diminuzione delle occasioni di lavoro. Le prospettivepositive, nelle stime degli operatori, sono soprattutto peril settore petrolifero e del gas e per l’industria diproduzione dell’energia elettrica nelle aree tradizionali dipresenza.

”La fiducia che le nostre aziende manifestano verso unmercato in crescita non e’ il frutto di una visione meramenteottimistica del futuro, ma – ha detto oggi Nello Uccelletti,presidente di Animp – rispecchia una percezione largamentecondivisa da autorevoli esponenti di grandi aziendeinternazionali del settore. Eppure, se e’ vero che leprospettive appaiono favorevoli, e’ anche certo che lacompetizione sul mercato globale con nuovi concorrenti, larapida variazione delle aree geografiche di riferimento e leesigenze di nuovi prodotti/servizi, richiedono risposteadeguate che non possono essere date in tempi lunghi. Mentreda una parte le nostre aziende cercano alleanzeinternazionali per rispondere alle crescenti richieste di’contenuto locale’, e’ fondamentale il supporto di un’sistema Paese Italia’ che consenta alle nostre imprese dicontinuare a rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo.

Incentivi alle assunzioni di giovani tecnici e ingegneri,nonche’ il sostegno alle esportazioni, sono sicuramente leesigenze piu’ immediate che i nostri associati richiedono alnuovo Governo”.

Secondo Giuseppe Zampini, presidente di Federprogetti,”l’attuale crisi economica, che e’ sostanzialmente crisi didomanda interna, non rappresenta soltanto una fasecongiunturale prolungata e pesantemente recessiva, macontiene in se’ elementi di modificazione strutturale e dellecondizioni di contesto in cui le nostre imprese operano. Ognianalisi conferma la crescente dicotomia tra impreseesportatrici (soprattutto nelle aree extra-euro) e impreseorientate prevalentemente o totalmente al mercato domestico.

E’ ormai inderogabile, per rilanciare il processo economico,che le Istituzioni e i vari gangli della PubblicaAmministrazione abbiano il coraggio delle propriedecisioni”.

red/glr