Fiat: Altavilla tace su Mirafiori. Delusione a convegno Anfia

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(askanews) – Torino, 7 mag – Nessun riferimento a Mirafiori. El’omissione di Alfredo Altavilla, chief operation officer perEuropa, Africa e Medio oriente del gruppo Fiat, non passainosservata al convegno Anfia di Torino, a cui partecipano ingran maggioranza componentisti del Piemonte, anche se sonoaccorsi numerosi, oltre 350, anche da altre parti d’Italia. Al convegno sul futuro dell’industria della fornituraautomotive in Italia, Altavilla indica tra le ”locationindustriali piu’ significative” nella strategia del gruppo,Grugliasco, dove si produce la Maserati, Pomigliano, dove sifa la Panda, e Melfi, dove, dice, saranno realizzate laPunto, la 500X e la nuova Jeep Suv per tutti i mercatimondiali. Non spende una parola per lo stabilimento torinese,il cui stop produttivo sta costando gia’ parecchioall’indotto del territorio, 4900 posti di lavoro secondo laFiom dal 2008 ad oggi, e neppure per Cassino. In platea il passaggio viene sottolineato con delusione,malgrado il padrone di casa il presidente dellacomponentistica Anfia Mauro Ferrari, che per la prima voltadopo il divorzio Fiat dall’associazione del 2011 ha portatouno dei top manager del Lingotto a intervenire dal palco,sottolinea fiduciosamente che ci sono ”allo studio delleipotesi, di cui non si puo’ ancora parlare e di cui nonsappiamo pero’ molto di preciso”. Ipotesi che potrebberovalere un altro miliardo di investimenti per le linee ealtrettanto per l’indotto, una vera boccata d’ossigeno di cuipero’ non si colgono ancora segnali concreti. Secondo Ferrari comunque la porta non e’ chiusa e in partela sua opinione viene condivisa da altri imprenditori.

Pierangelo Decisi, presidente Sigit, componenti in plasticacon oltre 700 dipendenti in diversi stabilimenti anche oltreconfine, sottolinea la concretezza di Altavilla, che ha datoconto soltanto di ”politiche industriali coerenti ecerte”.

Ma dietro la garanzia dell’anonimato emergono invece i dubbidi sempre. ”Non ha citato Cassino e Mirafiori, perche’saranno probabilmente due stabilimenti che si estinguerannoper consunzione”, dice un imprenditore che ha gia’sperimentato sulla sua pelle e su quella della sua azienda lacrisi di questi anni. ”Ad ogni modo – aggiunge – anche laprospettiva di 50mila vetture Maserati (dal 2015, ndr) non e’in grado di garantire le commesse all’indotto esistente”. ”L’industria manufatturiera italiana – aggiunge Altavilla- rappresenta un patrimonio di eccellenza unico al mondo benrappresentato da voi, in questa sala. Con molti di voi siamopartner, e io vi parlo come si fa con i partner. Io considerola supply chain un patrimonio dell’azienda, fondamentale peril suo successo”. Nei prossimi anni riassume Altavilla ilLingotto puntera’ sui brand piu’ prestigiosi e sulle famigliedi modelli di maggior successo. Occorre quindi, esortaAltavilla, ”produrre in Italia, prodotti a elevata qualita’,con una visione e una prospettiva globale: questo e’ ilfattore chiave che garantira’ un vantaggio competitivo a voie a noi”. Un percorso non facile, con risultati nongarantiti. Ma aggiunge, accettare la sfida ”oggi vuol direessere pronti, aperti al cambiamento”.

E ricorda che le aziende italiane che collaborano Fiat”sono da tempo protagoniste di un comune processo diinnovazione e sviluppo tecnologico”. Cita a questo propositola Tecno Tessile Adler che ha inaugurato la fabbrica piu’grande d’Italia per la produzione di fibra di carboniodestinata al settore auto, dove nasceranno i telai AlfaRomeo, i sistemi frenanti della Brembo, Susta per lostampaggio in alluminio, o ancora Landi Renzo e BRC,fondamentali per il mantenimento della nostra leadership neipropulsori bi-fuel. La strada e’ questa, sottolineaAltavilla. ”Gli imprenditori si aspettavano un messaggio sullaprospettiva dell’area torinese – replica Claudio Chiarle,segretario torinese della Fim Cisl anche lui al convegno -non e’ arrivato”. Un consulente aziendale, diventato liberoprofessionista dopo 40 anni di Fiat, rivela cheeffettivamente il silenzio su Mirafiori e’ stato accolto conamarezza tra i suoi colleghi in sala, ”ma cio’ che conta -puntualizza – e’ che qui rimanga la testa del gruppo, lacapacita’ decisionale e di progettazione e se l’anno scorsotutto taceva dal fronte degli enti centrali, quest’anno ladirezione tecnica ha gia’ provveduto a 200 assunzioni, unsegnale importante per il futuro”. eg/rf/ss