Def: Confesercenti, bene competitivita’ ma ridurre costo lavoro e fisco

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(askanews) – Roma, 7 mag – ”Il deficit di produttivita’ ecompetitivita’, preesistenti alla crisi, vanno senz’altrorisolti quanto prima. Ma non dobbiamo dimenticare che, per ilrilancio del mercato interno e dell’occupazione, e’prioritario ridurre il costo del lavoro e il peso del fisco:in cinque anni di austerity il prelievo fiscale su imprese efamiglie e’ cresciuto di quasi 50 miliardi”. Cosi’, in unanota, Confesercenti commenta la risoluzione di maggioranza alDocumento di economia e finanza votata questa mattina dalSenato. ”Le politiche di austerity seguite alla crisi del debitosovrano hanno portato ad un aumento delle imposte di ben 48,8miliardi di euro in cinque anni (2008-2012) di cui 18,5 nelsolo 2012. Il mix di tasse, disoccupazione e calo del potered’acquisto – aggiunge la confederazione – rende difficile nonsolo il ritorno alla crescita, ma anche la risoluzione deiproblemi di produttivita’ e di competitivita’, d cuisoffriamo dall’inizio del decennio scorso anche perl’influenza di fattori infrastrutturali e istituzionali. Peruscire dal circolo vizioso, occorre puntare sulla ripresa delmercato interno, agendo su tasse e lavoro”. Per raggiungere questo obiettivo, Confesercenti haindividuato quattro aree prioritarie su cui intervenire conrapidita’ per consentire alle Pmi di tornare ad investire ecreare occupazione: ”cancellare definitivamente l’aumentodell’aliquota ordinaria massima dell’Iva previsto per luglio;tornare al valore del 20%, al fine di non deprimereulteriormente i consumi; ridurre la pressione fiscale sufamiglie ed imprese con interventi di forte impatto e diampio respiro, individuando le risorse attraverso taglicoraggiosi alla spesa, a partire da una chiara riduzione deicosti della struttura istituzionale e della politica;ripristinare gli incentivi: oltre il 60% dei lavoratoriitaliani ha trovato impiego in una micro, piccola o mediaimpresa. Per rendere piu’ semplice la ripresa delleassunzioni, sarebbe quindi opportuno ripristinare i beneficicontributivi per le PMI che assumono dalle liste dellapiccola mobilita’; la recente riforma del mercato del lavoroha generato un aumento dei costi (+1,4%) per le assunzioni atempo determinato, oltre a sensibili aggravi economici per larisoluzione dei contratti e irrigidimenti per alcune forme diflessibilita’. Le PMI del terziario e del turismo, invece,avrebbero necessita’ di ridurre il costo del lavoro in mododa incrementare la produttivita’ e mantenere i livelli dioccupazione”.

red/glr