Confindustria: senza crescita manifatturiero paese piu’ marginalizzato

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(askanews) – Torino, 12 apr – ”Senza una nuova politicaeconomica che rilanci la crescita e il manifatturiero, ilpaese sara’ sempre piu’ marginalizzato e destinato aregredire nel benessere”. E’ quanto ha sottolineato LucaPaolazzi, direttore del Centro studi di Confindustriaintroducendo il convegno della Piccola Industria a Torino.

Paolazzi ha ricordato che questa recessione, forse la piu’dura della storia, e per questo ricordata dal presidente deipiccoli imprenditori Vincenzo boccia, come ”un’economia diguerra”, peggiore di quella a cavallo della prima guerramondiale e del ’29, se si considerano i primi sei anni,rischia di minare le stesse basi della democrazia.

”Cominiciano a manifestarsi gravi conseguenze sulla societa’e sulla democrazia”, ha detto. E uno stallo politico comel’attuale, avverte Paolazzi si ebbe soltanto nel 1919. Ma ilresto del mondo non aspetta sottolinea l’economista,centinaia di milioni di persone avanzano verso gli standarddi vita occidentali, ”cosi’ velocemente che tra pochidecenni sara’ piu’ difficile distinguere tra economieavanzate ed economie emergenti”. La competizione dicePaolazzi si giochera’ sul sapere e sull capacita di generareproduttivita’. Non si puo’ prescidenre dalle fabbriche. ”Il manifatturiero- osserva ricordando l’esempio Usa dove e’ in corso ilritorno di alcune attivita’ delocalizzate. – e’ il motoredella crescita”, Serve quindi nella riaffermazione delmanifatturiero ”come motore del progresso economico ecivile”, il rilancio della produttivita’ attraverso unamaggiore capacita’ di adattamento ai mutamenti tecnologici edemografici. Paolazzi sottolinea la maggiore capacita’ ditenuta di quei sistemi che in Europa meglio sfruttano lecaratteristiche dell’economia sociale e di mercato. Con unadistribuzione dei redditi meno diseguale, maggiore attenzioneall’ambiente migliore organizzazione dell’istruzione, ”piu’flessibilita’ del lavoro con protezione sociale deilavoratori”. Serve il completamento del mercato unicoeuropeo nei servizi e nelle grandi reti ”piu’ investimentipubblici e privati – aggiunge-, creando per i primi spazionelle stringenti regole di bilancio europee, e per i secondi,migliorando il contesto in cui operano le imprese alleviando la tassazione a loro carico”. Tutto questo ha aggiuntorichiede di sbloccare la governance europea , ormai ”pocoefficace e poco legittimata”: rispetto alla via maestradell’unita’ con il federalismo parlamentare, meglio un’europadifferenziata, l’Europa della moneta unica che marcia versol’unione politica e l’Europa del mercato unico. eg/mau/ss