Corte conti: Giampaolino, per calo debito serve elevato avanzo…(1 upd)

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(askanews) – Roma, 10 apr – Per ridurre il debito pubblico serveun elevato avanzo primario e se l’Italia avesse mantenuto isaldi del 5% del pil degli anni 1998 e 1999 oggi il rapportotra debito pubblico e pil sarebbe ben inferiore al 100%. E’quanto ha sottolineato il presidente della Corte dei conti,Luigi Giampaolino, parlando al XIV GWG di Tokyo ”Solidita’ esostenibilita’ delle finanze pubbliche, debito pubblico eruolo delle Istituzioni superiori di controllo”.

Il presidente della magistratura contabile mette inrilievo gli effetti di un elevato debito pubblico.

”Costituisce la prova evidente che un sistema economico stavivendo al disopra dei suoi mezzi – afferma – al di la’ delfinanziamento degli investimenti, per le famiglie cosi’ comeper lo Stato, le entrate correnti dovrebbero coprire le spesecorrenti. Per una societa’ nel suo complesso, accumularedebito pubblico significa spostare l’onere dell’aggiustamentoe del rimborso sulle generazioni future; ricorrere al debitoe’ economicamente giustificabile solo in funzione delfinanziamento di investimenti e della formazione di capitalesociale”.

Giampaolino ripercorre la storia dei conti pubblici negliultimi 15 anni rilevando come il paese abbia sprecato unaserie di occasioni per avere i conti in ordine. Ad esempio”provvedimenti con effetti temporanei (compresi vari condonifiscali e misure ”una tantum”, pari in media a circa 1 percento del PIL negli anni 1995-2006) sono stati spessoutilizzati per rispettare almeno formalmente le regoleeuropee di bilancio, evitando i costi di aggiustamenti piu’sostenibili”.

Un contributo sostanziale alla riduzione del rapportodebito/PIL e’ stato dato nella seconda meta’ degli anni ”90dalla privatizzazione di parte delle imprese di proprieta’dello Stato. Il risultato e’ stato la diminuzione di talerapporto dal 120,9 per cento nel 1994 al 109,2 per cento nel2000. Il risparmio in termini di onere per interessi e’ statodi piu’ di 50 miliardi di euro all’anno (differenza tral’annualita’ peggiore, 1996, e quella migliore, 2004).

Giampaolino ricorda poi che dopo l’adesione all’Unionemonetaria europea, in un primo momento il Governo italiano hafissato obiettivi coerenti con l’impegno, preso nel marzo del1998 a livello europeo, di mantenere un avanzo primario pario superiore al 5 per cento del PIL, il che avrebbe permessodi portare il rapporto debito/PIL vicino al 60 per cento inun lasso di tempo relativamente breve. ”Se gli avanziprimari degli anni 1998-99, pari a circa il 5% del PIL,fossero stati mantenuti anche negli anni successivi, l’Italiaavrebbe ora un rapporto debito/PIL significativamenteinferiore al 100% (84%, secondo autorevoli analisti) quindisenza alcuna ulteriore necessita’ di fare ricorso a misureaddizionali di rigore fiscale, che inevitabilmente arrecanodanno all’economia reale. Invece il rapporto debito/PIL, dopoaver raggiunto un minimo del 103% nel 2007, ha iniziatonuovamente a salire, raggiungendo l’attuale livello del127%”.

”Mantenere un elevato avanzo primario e’ il modo piu’virtuoso per diminuire il rapporto debito/PIL. L’altro modofisiologico con il quale tale rapporto puo’ diminuire e’attraverso l’incremento del denominatore del rapporto, vale adire il PIL nominale”.

did/