Ue: Monti, Italia ha fatto sua parte ma ora piu’ flessibilita’ sui conti

GIU 8, 1258 -

(askanews) – Bruxelles, 15 mar – Un ringraziamento ”per l’eccellente clima di lavoro riscontrato nel corso di questo anno in cui ho partecipato al Consiglio”, e un ultimo suggerimento ai capi di Stato e di governo dell’Unione europea: ”non limitarsi a discutere le priorita’ politiche per il 2013 ma indicare anche come effettivamente si possano metter in atto misure concrete, coerenti con tali priorita”’. Mario Monti si congeda dall’Europa, e lo fa con una lettera diffusa ai leader delle istituzioni comunitarie e dei ventisette Stati membri in cui ripercorre l’attivita’ del suo mandato e indica quelle che a suo giudizio dovrebbe essere la rotta da seguire da qui in avanti. Il presidente del Consiglio, a Bruxelles per l’ultima volta in qualita’ di capo del governo, lascia la guida dell’Italia in Europa mettendo sul tavolo la questione italiana. Un tema non previsto all’ordine del giorno, ma entrato di diritto nel dibattito con la lettera in cui Monti mette in guardia quanti saranno chiamati a prendere decisioni d’ora in avanti (anche se Monti ”ci ha riferito sulla situazione italiana post-voto” dira’ poi il cancelliere tedesco, Angela Merkel, a fine vertice). ”In Italia – sottolinea – il sostegno dell’opinione pubblica per le riforme e, cosa ancor piu’ preoccupante, nei confronti della stessa Unione europea, sta subendo un drammatico declino. Si tratta di una tendenza che e’ visibile anche in molti altri paesi dell’Unione”. La linea del rigore e delle ricette lacrime e sangue rischia di essere controproducente, servono quindi ”strumenti piu’ efficaci per affrontare i costi sociali della crisi”. Per Monti si potrebbe quindi pensare di ”portare avanti la discussione relativa ai cosiddetti ‘accordi contrattuali’, e ai mezzi per incoraggiare e ricompensare gli Stati membri che si impegnano ad attuare riforme difficili”. Un principio valido per tutti, che il Professore gia’ vorrebbe riconosciuto all’Italia. ”Crediamo che l’Italia, che ha rigorosamente rispettato tutti gli impegni presi, dovrebbe oggi poter utilizzare ogni possibile e ulteriore margine consentito dal Patto di stabilita’ per attuare immediatamente un piano di sostegno alla creazione di posti di lavoro stabili e di migliore qualita”’, scrive Monti nella sua lettera. Cio’ ”alleggerendo il cuneo fiscale sui nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato, favorendo l’apprendistato dei giovani e rafforzando i servizi per l’infanzia”. E’ l’ultima battaglia di Monti prima di lasciare il governo, quella per l’applicazione della cosiddetta ‘golden rule’, il non conteggio nel deficit degli investimenti pro-attivi. ”Forme di flessibilita’ controllata – continua ancora la lettera di Monti – fornirebbero agli Stati membri che si trovano nella parte preventiva del Patto di Stabilita’ lo spazio per accompagnare un programma credibile di risanamento dei conti pubblici con azioni mirate a sostegno dell’economia”. Il capo del governo assicura quindi sulla tenuta dell’Italia. ”Nel 2013, sulla base delle ultime previsioni della Commissione, l’Italia raggiungera’ il pareggio di bilancio in termini strutturali”. Il nostro paese, scrive, ”di conseguenza ha riacquistato la fiducia dei mercati e degli investitori, e malgrado le condizioni sfavorevoli, dovute all’incertezza che circonda ancora la soluzione della crisi nella zona euro, non ha chiesto ne’ una proroga per correggere il deficit di bilancio, ne’ ha chiesto un’assistenza finanziaria”. Viceversa, l’Italia ”ha contribuito al sostegno finanziario di altri paesi dell’Unione europea in difficolta”’. Un concetto ribadito anche in conferenza stampa, al termine della cena di lavoro del Consiglio europeo. ”I partner dell’Unione europea sono piu’ sereni di come sarebbero se questa non fosse un’Italia con la finanza pubblica solidamente stabilizzata”. Quello che Monti non scrive nella lettera lo dice al termine dei lavori. Il capo del governo si dice ”istintivamente sicuro che le soluzioni che verranno, spero presto, trovate per l’assetto istituzionale e il governo in Italia diano segno, magari con modalita’ e stili nuovi, di un’Italia che continua su questa strada”, quella dell’Europa e delle riforme. E’ necessario ”per farsi ascoltare in Europa, e per essere creduti e rispettati”. E a chi gli chiede se accetterebbe la presidenza del Senato risponde che Scelta civica ”non e’ interessata a partecipare a decisioni pur condivise sull’assetto delle presidenze delle Camere se queste non si inscrivono in una prospettiva che possa portare alla strada per il governo dell’Italia”. Nel nostro paese ”mi piace pensare che prevarra’ il senso di responsabilita”’. Come spiega ”il metodo della condivisione e’ essenziale per la definizione dell’assetto istituzionale. Forzature e scorciatoie in questo caso sono dannose”. bne/sam/