Federalimentare: in calo consumi e occupazione. Persi 20 mld in 5 anni

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(askanews) – Roma, 13 mar – Nonostante una relativa tenuta dellaproduzione (-1,4%) e una buona risposta dell’export (+8%), ilsettore alimentare inizia a pagare le conseguenze di unacrisi che dura ormai da troppi anni. I consumi alimentaririsultano infatti in calo, con 20 miliardi di euro persi in 5anni, mentre l’occupazione accusa una perdita di circa 5000posti di lavoro nel 2011-2012. E’ quanto emerge dai dati diFederalimentare relativi all’andamento dell’industriaalimentare nel 2012, nei quali si legge che i tagli allaspesa alimentare registrati degli ultimi 12 mesi ammontano al-3%, che corrisponde pero’, in valore, a quasi 7 miliardi dieuro.

Percentuale che lievita a -10% se si prendono in esame gliultimi 5 anni, con dispense e frigoriferi piu’ ”leggeri”,in questo caso, di ben 20 miliardi di euro. Nel 2012l’industria alimentare, secondo settore produttivo dopo ilmanifatturiero, paga un prezzo sempre piu’ alto al protrarsidella crisi, che alla recessione dei consumi nazionaliaggiunge sfide sempre piu’ ardue sui mercati esteri. E, allesoglie del 2013, arrivano tre concreti segnali dipreoccupazione per la competitivita’ del settore, con valoridi segno negativo sul fronte degli investimenti (dal 58% al45% le imprese che effettueranno investimenti nel prossimobiennio), dell’occupazione (persi 5.000 posti di lavoro) edell’accesso al credito (1/3 delle imprese che hanno chiestoun fido ha avuto un esito negativo, con risposte inferiorialle richieste o con richieste non accolte).

”Nella crisi non esistono isole felici – dichiara FilippoFerrua Magliani, Presidente di Federalimentare -, finoral’industria alimentare ha saputo confermare la sua vocazionealla qualita’, ma l’erosione dell’occupazione, la riduzionedella propensione agli investimenti e la difficolta’nell’accesso al credito sono il riflesso di una spiraleinvolutiva del Paese che ci fa guardare al futuro conpreoccupazione. Per sostenere l’Industria buona, portiamoall’attenzione del nuovo Governo un documento programmaticosu alcune aree di intervento di rilancio del settore (fisco,internazionalizzazione, politiche europee, educazionealimentare e ricerca e innovazione)”.

Per Magliani ”bisogna in particolare ridurre la pressionefiscale fermando ogni tassazione impropria, come food tax oaccise, contrastare l’aumento dell’aliquota del 21% previstoa luglio 2013 e ridurre l’incidenza fiscale dei costi ditrasporto e dell’energia; sostenere l’internazionalizzazione,adottare una politica fieristica chiara e lungimirante elottare contro la contraffazione; partecipare attivamente aldibattito sulla revisione della PAC, in particolare riguardoai temi dell’approvvigionamento e della securityalimentare”. red/glr