Istat: Cia, agricoltura chiude 2012 a -7,3%. Pesano costi e maltempo

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(askanews) – Roma, 11 mar – Con 17mila imprese in meno, aumentirecord dei costi di produzione e meteo sfavorevole il settoreagricolo ha perso in un anno il 7,3% del suo valore aggiuntoe vede ora accrescere le preoccupazioni in virtu’dell’incertezza del ‘dopo voto’. Sono le valutazioni dellaConfederazione italiana agricoltori (Cia) a commento dei datidefinitivi del Pil nel quarto trimestre diffusi oggidall’Istat. ”L’agricoltura archivia il 2012 con forti segnalid’affanno. Dopo aver trainato la crescita per tutta la primameta’ dell’anno, anche il settore primario cede ai colpidella crisi e paga con un brusco calo del valore aggiunto(-7,3 %) i costi produttivi record sui campi, i pesanti onerifiscali e gli effetti negativi del maltempo sui raccolti”oafferma il presidente Cia, Giuseppe Politi, in una nota ”Leaziende agricole fanno sempre piu’ fatica a stare sul mercato-sottolinea Politi – schiacciate prima di tutto dal peso deicosti di produzione. Nel corso del 2012, infatti, sonoaumentate tutte le principali voci di spesa agricole:l’energia e’ lievitata dell’11,4%, i concimi del 6,2%, lesementi del 6% e i mangimi del 5,5%”. Inoltre, ”l’Imu ha rincarato la dose, con un aumento di130 milioni di euro solo per il gettito dei terreni agricoli- continua il presidente della Cia – mentre il ”creditcrunch’ ha ormai raggiunto livelli insostenibili, con 3imprese su 5 che denunciano difficolta’ enormi nell’accesso afinanziamenti e prestiti”.

A tutto questo bisogna aggiungere gli effetti delmaltempo: ”Gelo polare, alluvioni e siccita’ estiva hannocausato danni enormi alle produzioni nazionali – ricordaPoliti – con la perdita di un terzo dei raccolti di mais e diquasi la meta’ della soia, oltre ad aver inciso sullavendemmia con una riduzione dei quantitativi dell’8% e adaver ‘tagliato’ del 15% le coltivazioni di pomodoro daindustria”.

”Tutti questi fattori negativi hanno portato quasi 17milaaziende agricole e chiudere i battenti nel 2012 e oggicontinuano a frenare ogni slancio imprenditoriale. Senzacontare che la confusione del quadro politico post elezioni,con il rischio ingovernabilita’, aumenta le preoccupazioni diaziende e agricoltori. Per questo – conclude Politi -auspichiamo una soluzione condivisa che permetta allapolitica di rimettere al centro del dibattito la crisi deisettori produttivi, a cominciare dall’agroalimentare. Non e’pensabile disperdere una risorsa economica fondamentale perla ripresa del Paese che vale il 15% del Pil”, conclude ilpresidente Cia. com-stt/mpd