Crisi: Confindustria, e’ emergenza credito. Sbloccare 48 mld debiti PA

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(askanews) – Roma, 8 mar – L’Italia ”e’ ancor una volta in pienaemergenza credito”, uno ”stallo” che puo’ essere superatosolo sbloccando i 48 miliardi di euro di debiti dellaPubblica Amministrazione nei confronti delle imprese.E’quanto denuncia il Centro Studi di Confindustria secondo ilquale in questa fase ”rischia di partire la terza ondata dicredit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del2011-2012. Le banche sono sempre piu’ selettive, i prestiticalano, i tassi salgono, molte imprese rinunciano a chiederecrediti. Un terzo delle aziende ha liquidita’ insufficiente emolte con progetti validi vanno in crisi per carenza difondi. Cosi’, anziche’ lasciare il posto a una timidaripresa, la recessione puo’ di nuovo aggravarsi”.

Secondo il CSC, ”va spezzato il circolo vizioso: lebanche sono caute nell’erogare prestiti per timore delcontesto recessivo che fa crescere le perdite su crediti,erodendo il capitale; la scarsita’ di credito frena ilrecupero della domanda interna, anzi la affossaulteriormente. Cosi’ i timori delle banche siautorealizzano”. A pesare anche il funding gap bancario e inuovi requisiti di Basilea con la conseguenza che ”rischianodi sparire imprese con attivita’ operative positive”. Per questo ”serve uno shock di politica economica chepunti all’obiettivo del ritorno alla crescita e restituiscaossigeno finanziario al sistema produttivo. Una misura chepuo’ sbloccare lo stallo del credito e’ il pagamentoimmediato alle imprese di 48 miliardi di euro di debiticommerciali della PA. Questa liquidita’ avrebbe positivieffetti a catena su tutto il circuito dei pagamenti erestituirebbe fiducia. Ripartirebbero i progetti diinvestimento accantonati, salirebbero i rating aziendali,favorendo l’erogazione di credito a tassi piu’ bassi”.

La BCE, conclude Confindustria,”ha fatto molto per laliquidita’ e puo’ trovare il modo giusto di dare prestitialle banche finalizzati a divenire credito alle PMI. Lemisure varate in Italia (moratorie, Fondo di garanzia) vannonella giusta direzione, ma non sono risolutive come ilritorno stabile dell’economia su un sentiero di altacrescita”.

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