Cambi: l’America traina i mercati (analisi Fxcm)

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(ASCA-FXCM) – Roma, 28 feb – Per avere un’idea chiara di quanto successo sul mercato nella giornata di ieri al fine di poter delineare gli scenari per quella di oggi, vale la pena ripercorrere gli step che sono andati susseguendosi. Nella mattinata l’intonazione del mercato era piuttosto bassa e cio’ naturalmente per il clima di grande incertezza derivante dal risultato delle elezioni politiche italiane che creano di fatto un quadro di sostanziale ingovernabilita’ di un paese cruciale nella dinamica europea e alle prese con una pesante ristrutturazione fiscale e un consolidamento dei conti pubblici secondo i dettami dell’Eurozona. Ad accentuare il clima di tensione peraltro vi e’ stata l’asta dei BTP con un tasso a 10 anni che e’ balzato al 4,83% ai massimi da ottobre scorso, rispetto al 4,17% di Gennaio con bid to cover a 1,65. Tuttavia buone sono state le release relative a PMI e Fiducia dei Consumatori dell’Eurozona e questo ha fatto si’ che le fasi congestive che si erano venute a creare dopo gli storni di lunedi’ andassero a protrarsi su Borse e valutario. Poi sono arrivati gli Ordinativi dei Beni Durevoli Americani il cui dato si e’ rivelato il piu’ positivo da oltre un anno se depurato dal settore dei trasporti. L’attenzione e’ poi tornata sull’Italia per via delle dichiarazioni del leader del Movimento 5 Stelle Grillo il quale ha bocciato l’ipotesi di un appoggio al Partito Democratico, svilendo cosi’ spiragli verosimili verso un neo-governo con una parvenza di governabilita’; cio’ ha riportato tensione subito riflessa dai prezzi mai in grado pero’ di portarsi al di fuori degli importanti livelli di supporto e resistenza di riferimento. La vera spinta propulsiva dei mercati e’ provenuta pero’ dagli Stati Uniti grazie ai positivi dati del settore immobiliare, secondo fardello alla ripresa economica d’oltreoceano dopo la disoccupazione. Le vendite di case con contratti in corso sono schizzate a un +4,5%, ben al di sopra delle attese di +1.5%, attestandosi al livello record dell’Aprile del 2010. Insieme a cio’, il Chairman della Fed Bernanke ha parlato al Congresso e ha sollecitato nuovamente la classe politica a trovare un accordo sul rinvio dei tagli alla spesa (il sequester) la cui scadenza e’ praticamente imminente e che rischia di far rallentare il percorso di crescita di quasi un punto percentuale di Pil. Cosi’ il Dow Jones ha rotto la soglia dei 14 mila punti raggiungendo i massimi da 5 anni, mentre Nasdaq ed S&P500 hanno messo a segno performance rispettivamente del +1,03% e +1,27%. Si e’ cosi’ sviluppata una generale dinamica di propensione al rischio in grado di portare a buone vendite di dollari americani in particolare contro commodities currencies, a riprese dell’azionario europeo e a rinnovate vendite di oro che sembra sempre piu’ riacquisire lo stato di bene rifugio. Buona anche la rottura al rialzo dell’Eurodollaro, naturalmente piu’ contenuta, della resistenza a 1,3120 cosi’ come la performance dei listini asiatici con Tokyo che ha messo a segno un +1,54%. E’ stata peraltro ufficiale la nomina del Parlamento di Kuroda come nuovo Governatore della Bank of Japan, nomina che deve valicare l’ultimo passo di approvazione ma che ormai appare piuttosto certa. La chiave di lettura della giornata di ieri puo’ percio’ essere duplice: da un lato, la dinamica avversione/propensione al rischio che guida acquisti e vendite di strumenti di rischio sembra poter tornare attuale anche se con alcune eccezioni come ad esempio la sterlina sulla quale resta forte il sentiment ribassista (e’ stata l’unica a non essere comprata contro dollari nel pomeriggio). Dall’altro lato, il mercato e’ assolutamente orientato al brevissimo termine ed e’ in grado di lanciare grandi fiammate di volatilita’ a seconda delle aspettative che si formano per lassi temporali brevissimi, mostrando una sensibilita’ estrema a quanto proviene dal fronte macroeconomico. Questi potranno essere i leit motiv anche della giornata di oggi, della quale vi raccomandiamo di consultare il calendario economico. EurUsd. Di buona interpretazione la price action dell’Eurodollaro che e’ andato per gran parte della giornata di eri a muoversi all’interno della congestione delimitata dall’1,3120 e 1,3150, con una forte valenza del livello mediano (ieri pivot point giornaliero) dell’1,3070. La rottura al rialzo e’ stata precisa, sulla formazione peraltro della divergenza rialzista con l’oscillatore stocastico sul grafico a 4 ore, ma e’ stata chiaramente limitata dalla presenza del forte livello di resistenza a 1,3160, livello di Fibonacci di lungo periodo tracciato a partire dalla quotazione di 1,50 fino ai minimi di 1,20 del Luglio scorso. Sul grafico orario e’ ben visibile la media esponenziale a 21 periodi che potrebbe rafforzare il livello di 1,3120 e costituire un buon punto di rimbalzo del prezzo che, se dovesse superare l’1,3160, potrebbe approdare fino all’1,32 e 1,3250 in estensione. Al superamento al ribasso, restano l’1,3185 e l’1,3150 i riferimenti principali. UsdJpy. La restrizione di volatilita’ che aveva portato alla formazione di un triangolo simmetrico, ben visibile su 4 ore e orario, e’ terminata e ha presentato non poche difficolta’ interpretative in quanto la rottura della figura pareva essere ben rivolta al ribasso per poi infrangersi contro il supporto a 91,25 e ripartire al rialzo e fermandosi, in maniera altrettanto precisa, sul 92,50. La recente candela inside del 4 ore potrebbe preludere a una congestione attorno al valore mediano di 92,35, eludibile al rialzo verso 93,10 e al ribasso (dopo il 92,25) a 91,90. EurJpy. La premessa appena fatta per usd/jpy e’ assolutamente valida anche per questo cross dal momento che le price action si erano sviluppate in maniera molto simile. A conforto della view rialzista vi era la formazione sul grafico a 4 ore di una divergenza ascesista con lo stocastico, che passava dalla violazione del 121 che ha trovato l’opposizione del livello importante a 121,60. Un buon rialzo dell’euro potrebbe riportare il prezzo verso 123 sullo sviluppo del pattern ancora valido, mentre restano 121 e 120,50 i primi riferimenti al ribasso. GbpUsd. Come detto in introduzione, la generalizzata vendita di dollari e contestuale acquisto di valute a ”piu’ alto rendimento” non ha riguardato la sterlina ancora intrappolata nell’ampia congestione dall’inizio della settimana tra l’1,52 e l’1,5070. A dimostrazione del pesante sentiment bearish sulla valuta e’ stata la release sul Pil positiva rispetto alle attese ma non in grado di catalizzare acquisti a fronte invece delle pesantissime vendite a cui avevamo assistito quando invece i dati erano negativi nelle scorse settimane. L’operativita’ migliore percio’ puo’ rivelarsi quella in breakout dell’1,52 per target a 1,5330 e al ribasso per obiettivi a 1,50, mentre se i punti di riferimento dovessero resistere vale comunque la pena di tradare la lateralita’ utilizzando i swing dell’oscillatore stocastico che va ad essere estremamente utile nelle congestioni. AudUsd. Grande balzo in avanti del dollaro australiano che, dopo aver tentato rotture ribassiste oltre l’1,02, e’ ottimamente rimbalzato ben riportandosi sopra le resistenze a 1,0225 e 1,0175. Proprio quest’ultimo prezzo potra’ fare da spartiacque verso approdi verosimili a 1,0345 o rebound in direzione ribassista per 1,0240 in primis e i forti supporti in area 1,02. (Eventuali pareri, notizie, ricerche, analisi, prezzi, o altre informazioni contenute in questo documento sono fornite come commento generale del mercato e non costituiscono un consiglio personale. 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