Ifil-Exor: Gabetti, non posso accettare onta di una condanna (1 Upd)

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(askanews) – Torino, 21 feb – ”Non posso accettare di concluderela mia esistenza sotto l’onta di una condanna tanto estraneaal mio operato”. E’ quanto ha detto questa mattina nella suadichiarazione spontanea alla vigilia della sentenza previstaper questo pomeriggio, Gianluigi Gabetti, ex presidente diIfil e oggi presidente d’onore di Exor, al processo d’appellosull’equity swap che nel 2005 consenti’ alla finanziaria delGruppo Agnelli di mantenere il controllo della Fiat senzaricorrere a un’opa. Un intervento accorato quello di Gabetti,in cui esordisce facendo riferimento alla sua eta’ avanzata,”sono giunto al passo estremo della mia vita”, hasottolineato l’ex manager ultraottantenne. ”Non sono stato mosso – ha affermato Gabetti – da alcunaintenzione di influire in modo fuorviante sull’andamento delprezzo dei titoli, ne’ sono stato sfiorato in alcun modo daldubbio che un tale evento potesse verificarsi”. Gabettiripercorre il periodo a cavallo dell’agosto 2005 quando vennediffuso il comunicato incriminato. ”Il 24 agosto del 2005 mi trovavo negli Stati Uniti eprecisamente a East Hampton dove mi ero recato ai primi delmese per trascorrere le vacanze estive con la famiglia. Erostato colpito da una broncopolmonite ed ero ancoraconvalescente. Quando ero partito dall’Italia – ha proseguitoGabetti – mi ero lasciato con l’avv. Franzo Grande Stevenscon l’intesa che egli avrebbe incominciato a verificare lapossibilita’ di utilizzare azioni costituenti oggetto di unaoperazione di equity swap, che sarebbe scaduta nel 2006 e incorso tra Exor e Merrill Lynch, allo scopo di evitare unadiluizione della quota di Ifil nel capitale Fiat e che ditutto cio’ avremmo poi parlato al mio rientro in Italia. Finoal giorno 24 non ebbi alcun contatto con l’avv. GrandeStevens e non seppi quindi nulla di suoi incontri e colloquicon dirigenti e funzionari della Consob”. ”Il giorno 24 agosto verso le 8 del mattino – ha dettoancora Gabetti – mia figlia Cristina mi avverti’ di unachiamata telefonica dall’Italia e seppi cosi della richiestadi comunicato da parte della Consob e della risposta che erastata gia’ preparata. Appresi anche in quella occasione chela risposta era stata approvata dall’avvocato GrandeStevens.

Mi misi quindi in contatto con lui; appresi moltosommariamente dei rapporti che egli aveva avuto con la Consobed ebbi la rassicurazione che il testo del comunicato eragia’ noto alla Consob ed era coerente con quanto avevacostituito oggetto dei suoi contatti con tale Istituto. Daparte mia fui rassicurato dalla costatazione che ilcomunicato avrebbe contenuto un chiaro riferimento alladeterminazione di Ifil di rimanere azionista di riferimentodi Fiat. Questo concetto mi apparteneva in modo particolareed era stato reso pubblico da me in piu’ di una occasione”.

”Non so veramente che altro avrei potuto fare o dire – haconcluso – sulla base delle informazioni a me disponibili”.

eg/mau