Intesa Sanpaolo: 2013 stagnante ripresa rinviata nel 2014

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(askanews) – Roma, 15 feb – Il 2013 dovrebbe caratterizzarsi peruna modesta ripresa del fatturato (+1,1% a prezzi correnti).

Determinanti nel condizionare il risultato, le attese diperdurante debolezza del mercato interno, soprattutto per isettori produttori di beni di consumo, quali alcuni settori aforte specializzazione distrettuale (mobili, sistema moda ealimentare). E’ quanto spiega un comunicato di IntesaSanpaolo che questa mattina ha presentato il Rapporto suidistretti industriali.

La ripresa dell’attivita’ produttiva e’ pertanto rinviata al2014, quando il fatturato delle imprese distrettuali dovrebbemostrare un aumento del 4,0%. Migliori prospettive dicrescita interesseranno la filiera metalmeccanica che trarra’beneficio da una lenta ripresa del ciclo degli investimentidestinati al potenziamento qualitativo e di efficienza deltessuto produttivo italiano e, soprattutto, dall’elevatacompetitivita’ di molti prodotti italiani sui mercatiinternazionali.

Il Rapporto si sofferma sui fattori che potrebberocontribuire al mantenimento strutturale di migliori risultatinei distretti rispetto alle imprese non distrettuali. Le imprese distrettuali presentano una piu’ elevatapropensione sia a esportare sia a investire all’estero. Il41% circa delle imprese distrettuali esporta; nelle aree nondistrettuali questa quota e’ di molto inferiore e si collocaal 30%. Inoltre, il numero delle partecipate estere ogni 100imprese e’ pari a 34 nei distretti, mentre nelle aree nondistrettuali si ferma a 25. In particolare, tra le impresedistrettuali vi sono piu’ investitori (8,9% delle impresecontro 7,1% per le aree non distrettuali) e ogni investitoreha una presenza piu’ capillare.

Anche in termini di propensione a brevettare esiste undifferenziale importante a favore delle impresedistrettuali.

Il numero di domande di brevetto ogni 100 imprese e’,infatti, pari a 45 nei distretti e a 32 nelle areenon-distrettuali (domande presentate allo European PatentOffice negli ultimi quattro anni). Questo differenziale nonsi spiega tanto con il maggior numero di impresebrevettatrici nei distretti, quanto, invece, con il maggiornumero medio di brevetti per impresa, favorito dal ruolotrainante di alcune imprese leader altamente vocateall’innovazione tecnologica (7,1 brevetti pro-capite contro4,8). Accanto a queste imprese convive un ricco tessuto disoggetti coinvolti nei processi di innovazione.

Si osserva infine una maggiore propensione a registraremarchi a livello internazionale tra le imprese dei distretti,in conseguenza, molto verosimilmente, della piu’ elevatapresenza sui mercati esteri rispetto alle imprese nondistrettuali. Nei distretti, infatti, il numero di marchiogni 100 imprese e’ pari a 40 circa, mentre nei non distrettinon supera i 21. Questo risultato si spiega sia con una piu’alta percentuale di imprese che detiene marchi (11,5 impreseogni 100 ha registrato almeno un marchio a livellointernazionale, contro il 7,4% nel caso delle imprese nondistrettuali), sia con un maggior numero medio di marchi perimpresa che detiene marchi (3,4 contro 2,8). I marchidetenuti offrono inoltre protezione per un maggior numero dipaesi.

Nei distretti pertanto la prossimita’ territorialesembrerebbe aver favorito, grazie ai processi imitativi, unamaggiore diffusione di strategie imprenditoriali vincenti.

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