Intesa Sanpaolo: 2013 stagnante ripresa rinviata nel 2014 (1Upd)

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(askanews) – Roma, 15 feb – Il 2013 dovrebbe caratterizzarsi peruna modesta ripresa del fatturato (+1,1% a prezzi correnti).

Determinanti nel condizionare il risultato, le attese diperdurante debolezza del mercato interno, soprattutto per isettori produttori di beni di consumo, quali alcuni settori aforte specializzazione distrettuale (mobili, sistema moda ealimentare). E’ quanto spiega un comunicato di IntesaSanpaolo che questa mattina ha presentato il Rapporto suidistretti industriali. Le relazioni lungo la filiera tra leimprese dei distretti presentano alcune importanticriticita’. Il modello italiano di catena del valore e’infatti da tempo messo in discussione dagli effetti dellaglobalizzazione, poiche’ le imprese committenti sono statespesso tentate di ricorrere a subfornitori localizzati inpaesi a basso costo del lavoro. Inoltre, nel caso in cui icommittenti abbiano iniziato a produrre direttamenteall’estero, i subfornitori hanno trovato difficolta’ aseguirli. Alcune imprese ne hanno sofferto piu’ di altre: ladistanza tra le piccole imprese migliori e quelle peggiori e’diventata significativa (circa 21 punti percentuali perl’EBITDA margin: +18,2% vs. -2,7%).

Nel Rapporto, attraverso un’indagine sul campo effettuata inalcuni distretti dell’Emilia Romagna, si e’ cercato di capirese e quanto alcune competenze dell’impresa subfornitricerendano strategico per il committente il mantenimento dellarelazione di fornitura a livello locale. L’analisi si e’concentrata sulla dicotomia tra competenze piu’ semplici (lasemplice fornitura di capacita’ produttiva, i bassi costi,…), che fanno correre un maggior rischio di disimpegno delcommittente, rispetto a quelle che offrono al subfornitore uneffettivo ”potere di mercato” e una piu’ alta probabilita’di mantenere un legame di lungo periodo.

I dati mostrano che i fornitori piu’ innovativi e qualificatihanno performance nettamente migliori, e che i committentianche in futuro intendono avvalersi di loro: i minori costidei subfornitori esteri possono essere piu’ checontrobilanciati. ”Produrre in Italia si puo”’, maoccorrono investimenti in conoscenza e un’offerta di qualita’che siano il piu’ possibile diffusi.

In quest’ottica anche per le imprese di subfornitura e’necessario superare la debolezza finanziaria che caratterizzala media delle pmi italiane, sia attraverso un maggioreequilibrio tra mezzi propri e indebitamento, sia tramite unariduzione dei tempi di pagamento per alleggerire il peso deicrediti commerciali.

com-ram