Mps: spunta ipotesi truffa alla banca. GdF sequestra 40 mln euro scudati

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(askanews) – Roma, 7 feb – La Guardia di finanza ha sequestrato 40 milioni di euro ”scudati” nell’ambito dell’inchiesta Mps su disposizione della Procura di Siena. La Gdf di Roma, nucleo speciale di polizia valutaria, ha spiegato di aver ”dato esecuzione a 5 decreti di sequestro probatorio presso terzi emessi in data odierna dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena, aventi ad oggetto liquidita’ e titoli per un totale complessivo amministrato di circa quaranta milioni di euro, oggetto di cosiddetto scudo fiscale. I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di banche e fiduciarie in ordine all’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno dell’istituto bancario Mps”. Si tratta dell’altro filone delle indagini, concentrato sulle transazioni in prodotti derivati e strutturati dell’area finanza in cui si sospetta un giro di tangenti tra i traders. Intanto, il Cda del Monte dei Paschi di Siena ha esaminato l’impatto negativo sul patrimonio netto del 2012 derivante dalla non corretta contabilizzazione, negli esercizi precedenti, dei tre prodotti strutturati: Alexandria, Santorini e Nota Italia. La revisione del portafoglio finanza ha riguardato anche altre operazioni (fra le quali ”Patagonia”), ”rispetto alle quali peraltro non sono stati rilevati profili analoghi a quelli sopra evidenziati”, spiega la nota della Banca. L’impatto negativo sul patrimonio netto al 31 dicembre 2012 e’ pari a 730,3 milioni. Mps coprira’ l’impatto negativo grazie ai 500 milioni di ulteriori Monti-bond che verranno emessi dalla banca e sottoscritti dal Tesoro, nell’ambito del programma di aiuti di stato a favore della banca senese pari complessivamente a 3,9 miliardi. La nota e’ arrivata nella tarda serata di ieri. Per l’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari la Procura di Siena ipotizza i reati di falso in prospetto e manipolazione del mercato. Mussari, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini, l’ex Dg Antonio Vigni e l’allora responsabile dell’area legale Raffaele Giovanni Rizzi, sono indagati in concorso per falso in prospetto (art. 173 bis del Testo unico della finanza) in relazione agli aumenti di capitale del 2008 e del 2011 (in questo secondo caso non Pirondini) perche’, in entrambe le occasioni, secondo i magistrati, ”non venivano descritti, in particolare, in modo compiuto, i FRESH 2008 e non erano descritti i contratti di total return swap (TROR) sottoscritti da Fondazione Mps” e dunque gli indagati ”esponevano false informazioni e occultavano notizie in modo idoneo a indurre in errore i destinatari del prospetto”. Gli stessi Mussari, Vigni e Pirondini sono indagati per manipolazione del mercato in concorso (art. 185 Tuf) perche’, si legge, ”con piu’ azioni esecutive del medesimo disegno criminoso” nell’ambito del programma di finanziamento ideato per il reperimento delle risorse per l’acquisizione di Antonveneta ”partecipavano e contribuivano alla predisposizione della complessa operazione finanziaria denominata ‘Fresh 2008′, diffondendo al mercato notizie false e idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell’azione Bmps”. Vigni e Morelli, allora Cfo del Monte, sono anche indagati in concorso per ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorita’ pubbliche di vigilanza perche’, ”omettevano di comunicare a Banca d’Italia di avere rilasciato una ‘indemnity side letter’ a Bank of New York in occasione dell’assemblea dei sottoscrittori del FRESH”. red/int