Confesercenti: nella spesa pubblica sprechi per 70 mld (2 update)

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(askanews) – Roma, 5 feb – Il presidente di Confesercenti MarcoVenturi ha inviato questa mattina una lettera aperta aileader politici, nella quale si esprime viva preoccupazioneper il silenzio che circonda il tema della riduzione dellaspesa pubblica nel dibattito politico che precede leelezioni. Venturi, facendo riferimento ad uno studiorealizzato con l’istituto di ricerca REF, ha illustrato leproposte che Confesercenti avanza per tagliare almeno 70miliardi di sprechi annidati nella Pubblica Amministrazione,indicando in modo puntuale i risparmi individuati. Le risorseliberate dai tagli dovrebbero essere destinate a favorire laripresa, auspica Confesercenti, che nella stessa letteraaperta specifica in modo dettagliato le ipotesi di utilizzodelle risorse da recuperare. La lettera aperta indica quindi gli interventi per ridurrela spesa pubblica per un totale di 50 miliardi. Primo puntola sanita’. Un obiettivo di riduzione della spesa sanitarianell’ordine di 7 miliardi di euro appare del tutto allaportata. ”Si tratterebbe di ridurre, nel medio periodo, laspesa sanitaria complessiva per consumi del 10 per centocirca (una percentuale nettamente inferiore rispetto a quantoindicato nel documento sulla spending review di aprile, chemira ad un taglio del 25 per cento della spesacomplessivamente ”rivedibile”). Altri 3 miliardi possonoderivare dall’estensione a tutte le amministrazioni centralidegli acquisti tramite la Consip”. Confesercenti poi punta alla riduzione della spesa perinteressi sul debito pubblico. ”In questa fase storica nonsi puo’ rinunciare ad una accelerazione della fase di rientrodel debito attraverso un percorso di dismissioni. L’ordine digrandezza conseguibile in un quinquennio e’ di circa 60-80miliardi di euro, cui corrisponderebbe a regime un risparmiodi spesa per interessi pari a circa 4 miliardi di euro”. Poi una Pa piu’ efficiente. Il tema della produttivita’nel settore pubblico costituisce la base perche’ le norme diblocco del turn over possano effettivamente assecondare unpercorso di tagli alle spese senza comportare unridimensionamento, quantitativo e qualitativo, dei serviziofferti dallo Stato ai cittadini. E’ cioe’ condizione perche’le politiche di contenimento della spesa possano realizzarsirealisticamente, in modo da sortire effetti finanziariduraturi, e un impatto positivo sul sistema economico. E’ inquest’ottica che appare possibile traguardare la prossimalegislatura con una riduzione dell’incidenza della spesa peril personale della Pa sul Pil di entita’ non distante da unpunto di Pil, ovvero con una minore spesa di circa 13miliardi di euro. Altri importanti risparmi possono arrivare dalla riformaistituzionale del centro e della periferia. Occorre”intervenire con piu’ decisione sui costi della politica esugli apparati istituzionali. Si tratta di una misura che nonha un valore soltanto simbolico, ma che puo’ contribuire,attraverso l’eliminazione di duplicazioni organizzative eprocedurali che pesano su cittadini e imprese, a migliorarel’assetto dello Stato e le sue performance”. La spesa totaledelle AP, per la funzione ”organi esecutivi e legislativi,affari finanziari, fiscali ed esteri” ammonta nel 2010 a 2,5punti di PIL (circa 40 miliardi), contro l’1,8% dellaGermania, l’1,3% della Francia, l’1,4% della Gran Bretagna el’1,7% della Spagna. Pertanto, il gap con i principali paesieuropei oscilla tra gli 11 ed i 22 miliardi, frutto sia diinefficienze che di sprechi, che di una struttura difunzionamento un po’ bizantina. A nostro parere la strategiache indichiamo puo’ porsi l’obiettivo di collocare la nostraspesa all’1,6%, dato medio tra i 4 grandi paesi considerati.

Il risparmio, in questo caso, sarebbe di 0,9 punti di PIL,cioe’ circa 14 miliardi di euro.

Altro capitolo la razionalizzazione delle societa’partecipate pubbliche e degli enti locali. SecondoConfesercenti l’individuazione di una dimensione minima perl’erogazione di servizi, l’accorpamento di societa’ deipiccoli comuni, il taglio degli enti a gestione delleprovince, puo’ realisticamente tradursi in un risparmiominimo del 25%, pari a 4 miliardi di euro. Altri 5 miliardipossono venire generati da un riordino degli incentivi alleimprese. Infine gli effetti della crescita potrebberogenerare 20 miliardi di maggiori entrate portando cosi’ a 70miliardi di euro il saldo complessivo.

Dal 5* anno l’importo annuo di risorse recuperateammonterebbero a 70 miliardi da impiegare in larga parte perridurre l’Irpef su famiglie e pensionati a basso reddito per25 miliardi. Altri 7 miliardi per ridurre il peso dell’Irap e8 miliardi per riportare l’Iva al 20%. Confesercenti poiindica 14 miliardi per l’Imu, di cui 4 miliardi perl’esenzione della prima casa e 10 miliardi per l’esenzionedegli immobili strumentali per attivita’ d’impresa. Infine 16miliardi per investimenti pubblici.

did/