Ilva: Federacciai, se chiude aggravio da 75 mld per bilancia commerciale

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(askanews) – Milano, 29 gen – Un’eventuale chiusura dellostabilimento Ilva di Taranto provocherebbe un danno alsettore siderurgico italiano compreso tra i 2,5 e i 5miliardi di euro all’anno, con un aggravio complessivo per labilancia commerciale italiana quantificabile tra i 50 e i 75miliardi di euro all’anno. La stima e’ di Franco Gozzi,presidente di Federacciai, che in un’intervista all’ASCA fail punto sullo ‘stato di salute’ del settore siderurgicoitaliano alla luce della vicenda Ilva. ”E’ una situazione che provoca grave apprensione”,spiega Gozzi chiarendo che per il momento a Taranto ”e’difficile continuare la produzione a livelli normali” e cheproprio per questo ”il presidente Ferrante fa fatica apagare gli stipendi”. Ma Gozzi guarda soprattutto al futuroe mette in guardia dalle possibile ripercussioni che unachiusura definitiva dell’Ilva provocherebbe non solo sullasiderurgia italiana, ma sull’intero sistema Paese. ”L’Ilva -spiega – produce e vende ogni anno circa 5 milioni ditonnellate di prodotti siderurgici. Se dovesse chiudere,occorrerebbe importare questi 5 milioni di tonnellate. Cosache provocherebbe un aumento dei costi di logistica etrasporto”. L’alternativa alla chiusura e’ soddisfare tutte leprescrizioni necessarie per l’Aia (Autorizzazione integrataambientale). Operazione, questa, che costa all’azienda 3miliardi di euro in tre anni. Anche se, tiene a sottolineareancora il presidente di Federacciai, dal punto di vistadell’impatto ambientale, i principali poli siderurgicieuropei ”sono tutti esattamente nelle stesse condizioni diTaranto”.

Fa eccezione soltanto lo stabilimento austriaco di Linz, ”unpunto di riferimento per la siderurgia globale”. fcz/sam/bra