Wind: Ibarra, senza correzione squilibri competitivi Infostrada chiude

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(askanews) – Roma, 28 gen – ”Nella telefonia occorre unintervento per correggere lo squilibrio competitivo. Sulmobile stiamo andando molto bene ed infatti continuiamo acrescere nonostante la crisi, come clienti e come quota,tanto che puntiamo alla leadership del segmento residenzialeentro la fine del 2013. Questo vuol dire semplicemente chesappiamo lavorare. Ma vuole anche dire che sulla telefoniafissa, le cose non vanno. E se le cose stanno cosi’ alloranon ci restano alternative: dovremo lasciare e chiudereInfostrada. E senza Infostrada, che insieme a Wind hainvestito 900 milioni di euro soltanto nell’ultimo anno, glieffetti sarebbero negativi per i consumatori e per ilPaese”. Lo ha detto il numero uno di Wind, Maximo Ibarra, inuna intervista su Repubblica. ”Il problema – spiega l’ad di Wind – e’ che in Italiaabbiamo un costo di unbundling, l’affitto che paghiamo aTelecom per l’ultimo miglio, che e’ attualmente di 9,28 euroal mese, tra i piu’ alti in ambito UE. Questo valore crea anoi e a tutti gli altri operatori alternativi fortidifficolta’ di cassa. Infatti, il nostro margine di gestioneoperativa non ha mai superato il 15-16% (mentre perl’incumbent va oltre il 43%); se da questa voce togliamo gliinvestimenti che stiamo realizzando sulla rete per accrescerela nostra copertura, gia’ oggi del 62% della popolazioneitaliana, andiamo in negativo: la rete fissa per noi bruciacassa. E questo dopo aver pagato una bolletta a TelecomItalia che oggi e’ di 500 milioni netti di euro l’anno, tantoche siamo il loro miglior cliente. Basterebbe abbassarealmeno di un euro il costo mensile dell’affitto di una linea- precisa Ibarra – per recuperare 70 milioni. Questa cifra cipermetterebbe di non bruciare piu’ cassa in Infostrada”. Sull’eventuale accordo tra Telecom e Cdp, Ibarra ritieneche ”il discrimine sia nella trasparenza e nella parita’ diaccesso. Tutto il resto e’ secondario. Siamo pronti apartecipare, anche conferendo i nostri asset in fibra, se siandra’ in questa direzione. O anche a essere sempliciaffittuari di una societa’ Telecom-Cdp. Dipende da cosa cichiederanno e ci offriranno. Ma la parita’ di accesso ed unachiara e trasparente governance sono per noi condizioniirrinunciabili”. A proposito delle Internet company, Ibarraritiene che si tratti di un ”tema da sfatare”. L’AD di Windnon vede ”problemi”. ”Google, Amazon, Facebook – spiega -non sono un rischio per le telecom mobili: sonoun’opportunita’. E non e’ una speranza: e’ una realta’.

VimpelCom, a cui fa capo Wind, ha appena siglato un accordoproprio con Google per la ”revenue sharing” dei contenuticomprati dai nostri clienti attraverso il market place diAndroid, Google Play”.

did/