Crisi: Camusso, per salvare Paese partire da creazione occupazione

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(askanews) – Roma, 21 gen – ”Dobbiamo partire dalla creazione di occupazione per proteggere e salvare il Paese, dalla creazione di lavoro per innovarlo e ammodernarlo”. Lo afferma il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso in un’intervista contenuta nel primo numero della nuova rivista dell’Autorita’ di garanzia sugli scioperi ”I Quaderni della Commissione” che verra’ presentata domani a Montecitorio. Per Camusso ”produrre non puo’ significare solo costruire macchine e creare acciaio, che pure sono e saranno importanti, ma deve significare sempre piu’ ricerca e innovazione, tutela del territorio e del patrimonio culturale e artistico, turismo e valorizzazione agroindustriale. Per la Cgil – aggiunge -, motori dello sviluppo non sono, come qualcuno pensa, i servizi finanziari ma il riposizionamento del Paese rispetto alle sue risorse”. Il leader della Cgil ricorda quindi le proposte del sindacato. ”Nella prossima conferenza di programma – spiega – proveremo a dare al Paese una diversa prospettiva su cui avviare una profonda riflessione culturale e alla quale riferire le proprie politiche economiche e sociali. Presenteremo un ‘Piano del lavoro’ con l’ambizione di parlare non solo agli addetti ai lavori ma alla societa’ nel suo insieme”. Camusso illustra poi la scelta compiuta dal sindacato nella definizione delle proposte. ”Volutamente – sottolinea – abbiamo ripreso il nome dal piano che la Cgil di Giuseppe Di Vittorio lancio’ negli anni ’50. Allora, dopo le distruzioni della guerra, la Confederazione offri’ all’Italia una via per la sua ricostruzione. Oggi proponiamo il ‘Piano del lavoro’ convinti che si debba ricostruire il Paese dopo la crisi e l’incuria, non solo economica, ma anche sociale e politica, di questi anni. Siamo partiti da una semplice constatazione: il nostro patrimonio e’ questa nostra Italia, un Paese con grandi capacita’ innovative, di gente che sa lavorare bene, che ha passione e mette il cuore e l’intelligenza in cio’ che produce. Ma anche un Paese – conclude – che vive una profonda crisi, spesso sommersa dalle suestesse fragilita’ sociali, dall’abbandono e dall’incuria che spesso travolge il suo territorio”. red/glr