Fiat: Cgil, preoccupazione per futuro lavoratori Melfi

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(askanews) – Roma, 16 gen – ”La Fiat ha annunciato la fermata diuna linea nello stabilimento di Melfi, per procedere alla suaristrutturazione, e il mantenimento della produzione dellaPunto, che si svolgera’ in ragione dell’andamento delmercato. Pur compatibilmente alla necessita’ di sospendere laproduzione per adattare le linee, il fermo comportera’ unlunghissimo periodo di inattivita’ e di cassa integrazioneper i lavoratori. Tutto cio’ avviene in assenza di una chiaraesplicitazione del piano industriale e delle intenzioniproduttive della Fiat in merito allo stabilimento di Melfi”.

E’ quanto si legge in una nota della Cgil.

”C’e’ dunque preoccupazione immediata per il futuro deilavoratori diretti, ma altrettanta inquietudine la crea lasituazione dell’indotto – prosegue il sindacato nella nota-. Una sospensione di una parte cosi’ rilevante dellaproduzione, per un periodo cosi’ lungo, e l’incertezza suquella rimanente, mette in grave crisi tutto l’indotto, gia’oggi pesantemente gravato dalla cassa integrazionestraordinaria. E’ un tema che non e’ presente nei commentiche abbiamo sino ad ora sentito ma che dovrebbe preoccupare ecoinvolgere non solo l’azienda, che va ricordato proprio aMelfi ha attuato un modello integrato tra produzione efornitura, ma anche le istituzioni locali e nazionali”.

Per la Cgil ”un ulteriore aggravamento delle condizionidi fornitura per l’indotto comporterebbe un inevitabilericorso a nuova cassa integrazione che, in questo caso, nonpotrebbe che essere in deroga, con tutti i problemi e leconseguenze che questo comporta. Piu’ volte la Confederazione- si ricorda nella nota – ha chiesto di affrontare questinodi e di aprire un confronto senza preclusioni sul futurodello stabilimento lucano e del suo indotto. Ad oggi, inassenza di una sede appropriata di discussione, restanooscure le intenzioni della Fiat, in particolare sul rapportotra investimenti previsti e mantenimento dell’interacapacita’ produttiva. L’assenza di chiarezza e di confronto -conclude la Cgil – e’ la peggiore scelta di politicaindustriale che l’azienda potrebbe compiere”.

red/glr