Roma, 17 mag. (askanews) – Si conferma l’accelerazione dell’inflazione media nell’area euro, ad aprile è risalita all’1,7 per cento, secondo i dati definitivi pubblicati da Eurostat. A marzo il caro vita aveva segnato una limatura all’1,4 per cento, dopo un 1,5 per cento a febbraio e un 1,4 per cento a gennaio.
L’obiettivo ufficiale della Bce sulla stabilità dei prezzi è quantificato con una inflazione che sul medio termine si attesti a valori inferiori ma vicini al 2 per cento. E dato il persistere delle distanze da questa soglia, l’istituzione continua a assicurare stimoli all’economia, senza i quali con ogni probabilità l’inflazione sarebbe più basa.
Da rilevare, poi, che ad aprile il maggiore contributo al rafforzamento generale della crescita dei prezzi sui beni al consumo è arrivato dai servizi (+0.86 punti percentuali), di più quindi della spinta giunta dall’energia (+0.51 punti) che nei mesi scorsi invece era stata la voce che aveva trainato le maggiori fluttuazioni, al rialzo e al ribasso.
Un segnale che, se seguito da altre conferme, potrebbe indicare che si stanno creando alcune nuove spinte rialziste oltre a quelle legate alle fluttuazioni del petrolio.
Le Banche centrali di mezzo mondo e la Bce si sono trovate in una situazione scomoda dall’inizio del 2019, con continui segnali di debolezza dell’economia globale che le hanno portate a riconsiderare le loro precedenti strategie di rimodulazione o riduzione degli stimoli monetari, che risalgono alla crisi globale di ormai 10 anni prima.
Il Consiglio direttivo della Bce tornerà a riunirsi il prossimo 6 giugno. A tarda mattina l’euro si modera a 1,1161 dollari.