Petrolio, Russia e Arabia valutano un aumento della produzione

A Forum Economico di San Pietroburgo i ministri Al-Faleh e Novak

MAG 25, 2018 -

San Pietroburgo, 25 mag. (askanews) – Arabia Saudita, principale paese Opec, e Russia stanno valutando un aumento della produzione di petrolio, dopo l’accordo del 2017 per un taglio tra Paesi Opec e non Opec di 1,8 milioni di barili al giorno stabilito per contrastare il suprlus di offerta e il calo dei prezzi. E’ quanto emerso dal Forum economico di San Pietroburgo dove si sono incontrati il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Khaled al-Faleh, e il suo omologo russo, Alexandr Novak, per discutere di petrolio e mercati dell’energia nel corso di un panel.

Il rialzo potrebbe già realizzarsi a partire dal terzo trimestre dell’anno in corso dopo l’aumento dei prezzi che hanno raggiunto nei giorni scorsi gli 80 euro al barile, il livello più alto dal 2014. Khaled al-Faleh ha detto di ritenere “possibile un aumento dell’offerta probabilmente nel secondo semestre di questo anno”. Il suo omologo russo ha detto che se un aumento sarà deciso “sarà da far partire nel terzo trimestre” dell’anno.

A determinare gli aumenti di prezzo degli ultimi giorni sono state diverse cause. In primis ripristino delle sanzioni all’Iran annunciato dal presidente Usa, Donald Trump, ma anche la situazione in Venezuela, Paese in cui la produzione è crollata e che è stato minacciato di nuove sanzioni sempre da Trump dopo la rielezione del presidente Maduro. Secondo alcuni analisti l’offerta rischierà di non bastare e questo determinerà un aumento del prezzo. A questo si uniscono i tagli agli investimenti nel settore negli ultimi due anni cui si aggiunge il taglio alla produzione voluto da Opec e Russia unito al calo naturale della produzione di alcuni Paesi.