Fmi, prossima crisi? Geithner e Lewis sul palco:mercati indifesi

Ex segretario Tesoro Usa, impreparati prossimo shock, rimosse difese

OTT 9, 2016 -

Washington, 9 ott. (askanews) – La prossima crisi finanziaria, ancora indeterminata nei suoi tempi e nella sua ‘scintilla’ di origine, vede gli Stati Uniti drammaticamente impreparati. Da un lato sono state rimosse parte delle difese che hanno consentito a Washington e al mondo di superare con fatica la peggiore crisi agli anni ’30. Dall’altro i comportamenti di Wall Street sono cambiati in minima parte, creando le premesse per nuovi problemi. Lo hanno detto con forza, sulla platea del Fondo Monetario Internazionale di Washington, l’ex segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che nella gestione di quei momenti drammatici ha avuto un ruolo fondamentale, e Michael Lewis, lo scrittore che ha fatto conoscere al mondo con libri come “The Big Short”, le dinamiche distruttive della grande finanza.

Entrambi, significativamente invitati da Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale, a raccontare le loro esperienze sul palco del quartier generale dell’istituzione nelle ore finali degli incontri annuali del Fmi.

“Vivere con gli attuali vincoli – ha detto Geithner, attualmente presidente della società finanziarie Warburg Pincus – è pericoloso per gli Stati Uniti. Ed è anche irresponsabile data l’importanza del sistema finanziario statunitense e del dollaro per l’economia mondiale”.

Se gli Stati Uniti sono riusciti a varare interventi di emergenza durante la crisi del 2008, che hanno consentito di salvare istituzioni sistemiche che in caso contrario avrebbero fatto crollare l’economia mondiale, è stato anche grazie – ha spiegato Geithner – alla discrezionalità con la quale si sono potuti varare i primi interventi. E invece oggi ” “le democrazie si sono evolute in una strada di controlli e contrappesi per circostanze nelle quali invece sarebbe giusto fornire discrezionalità per gli interventi di emergenza. Occorre dunque fornire più discrezionalità e potere negli arsenali della finanza”.

Nel suo intervento Geithner, pur sottolineando che “cuscinetti di capitale” nel sistema finanziario internazionale dopo l’ultima crisi sono molto aumentati ha descritto la crescita d’importanza nella finanza mondiale dello “shadow banking”, il sistema bancario informale che, anche nei Paesi emergenti, che sfugge ai controlli e che nell’eventualità di nuovi tracolli finanziari aggraverebbe l’entità del disastro. Nelle attuali consizioni, insomma, “anche se esistono ammortizzatori più forti, non c’è ragione di essere fiduciosi sulla capacità di prevenire tali shock”.

Se non è detto che la prossima crisi segua modalità simili, Wall Street non sembra essersi comunque depurata dai suoi antichi vizi, ha sostenuto lo scrittore Michael Lewis in una singolare intervista tenuta dal direttore del Fmi Christine Lagarde nell’ultimo incontro pubblico degli annual meetings. “Sì – ha affermato Lewis – a Wall Street qualche cambiamento c’è stato. Ma se vogliamo parlare di cambiamenti che possano evitare loro di fare cose cattive, direi che i cambiamenti sono stati molto inferiori. Ma c’è una cosa ancora più rilevante. Il grande pubblico è stato persuaso che tali cambiamenti sono avvenuti? Per niente. Quali regolamentazioni finanziarie sono state attute? E’ così complicato e sono state raccontate molto male all’opinione pubblica. Se cammini per strada e chiedi: cos’hanno fatto per Wall Steeet ti risponderebbero: praticamente nulla. Le banche sono diventate più grandi e stanno ancora facendo cose velenose, come è avvenuto con l’ultimo scandalo Well Fargo. Il problema della relazione tossica tra il settore finanziario e il resto della società non è stata affontato”.