Fmi:su stabilità finanziaria globale crescono rischi medio termine

Gfsr: per bassa crescita,aspettative su tassi,instabilità politica

OTT 5, 2016 -

Washington, 5 ott. (askanews) – Il Fondo Monetario Internazionale lancia un allarme, differito nei tempi, sulla stabilità finanziaria globale. Se da un lato infatti i rischi a breve termine su questo versante sono diminuiti nel 2016, nel medio periodo la situazione sta diventando più difficile, a causa del basso livello della crescita, delle perduranti aspettative di bassi tassi d’interesse e di una diffusa instabilità politica a livello mondiale.

Il giudizio è contenuto nell’ultima edizione del Financial Stability Report Globale (GFSR) del Fmi presentata oggi a Washington. I prezzi delle materie prime – si legge nel documento – sono aumentati dai minimi nella prima parte dell’anno, e gli aggiustamenti in atto nei mercati emergenti hanno sostenuto una ripresa dei flussi di capitale. Le preoccupazioni degli ultimi mesi per un rallentamento della Cina hanno poi facilitato il varo di misure politiche per sostenere la crescita.

Nelle economie avanzate, secondo gli economisti di Washington, “la crescita più debole è stata mitigata dalla prospettiva di un ulteriore accomodamento della politica monetaria, che ha sostenuto i prezzi delle attività e stimolato una certa ripresa della propensione al rischio”. Allarme per ora rientrato, inoltre, per l’effetto della Brexit dopo il risultato del referendum dello scorso mese di giugno: da un’iniziale effetto di instabilità, i mercati hanno successivamente corretto il loro giudizio sui rischi al ribasso per l’economia britannica e sulle potenziali ricadute del voto.

Il giudizio del Fondo Monetario cambia visibilmente se si esaminano i rischi a medio termine sulla stabilità finanziaria, che stanno crescendo. “Il continuo rallentamento della crescita globale -si legge ancora – ha spinto i mercati finanziari ad aspettarsi un lungo periodo di bassa inflazione e di bassi tassi di interesse e un ritardo ancora maggiore nella normalizzazione della politica monetaria”.

Un secondo ordine di rischi riguarda il clima politico che “è instabile in molti paesi. La mancanza di crescita del reddito e un aumento della disuguaglianza – spiegano gli economisti di Washington – hanno aperto la porta a politiche populiste e rivolte all’interno. Tali sviluppi rendono ancora più difficile affrontare i problemi esistenti ed espongono ulteriormente agli shock le economie e i mercati ed aumentano il rischio di un graduale scivolamento nella stagnazione economica e finanziaria. In tale situazione, le istituzioni finanziarie hanno difficoltà a presentare bilanci sani, indebolendo la crescita economica e la stabilità finanziaria”.

In questo quadro le istituzioni finanziarie delle economie avanzate, “devono affrontare una serie di sfide congiunturali e strutturali e la necessità di adattarsi a questa nuova era di bassa crescita e bassi tassi di interesse, nonché di uno scenario di mercato e normativo in evoluzione. Queste – sottolinea il Fmi – sono sfide importanti che interessano gran parte del sistema finanziario che, se non dovessero essere affrontate, potrebbero minare la solidità finanziaria”.